da Parigi
Denis Gautier-Sauvagnac, l'esponente del Medef (Confindustria francese) al centro di un gigantesco andirivieni di bustarelle, si è dimesso ieri dal suo incarico di negoziatore ufficiale degli imprenditori al tavolo della trattativa-quadro con le confederazioni sindacali per modernizzare il mercato del lavoro. Tuttavia Gautier-Sauvagnac resterà uno dei massimi responsabili del Medef e continuerà a presiedere la Commissione per le politiche del lavoro dell'organizzazione confindustriale. Soprattutto, Gautier-Sauvagnac manterrà la sua poltrona fondamentale: quella di presidente dell'organizzazione degli imprenditori metalmeccanici (l'Union des industries et métiers de la métallurgie, Uimm), che è alla base dell'attuale affaire. Allertati da un impiegato di banca, i poliziotti hanno raccolto prove di «strani» ritiri di denaro liquido da parte di Gautier-Sauvagnac dai conti dell'Uimm. Prima si è parlato di un milione, poi di cinque poi di «dieci e forse quindici». Adesso gli inquirenti sono certi che tra il 2000 e il 2007 siano state ritirate banconote per la bellezza di 17 milioni.
Per un po' la signora Laurence Parisot, presidentessa del Medef, ha chiuso un occhio, ma ormai l'inchiesta sta allargandosi a macchia d'olio, tanto è vero che ieri la Brigata finanziaria della polizia ha effettuato, per conto della magistratura, cinque perquisizioni, tra cui quella alla sede dell'Uimm e quella al domicilio privato dell'ex presidente dello stesso organismo, Daniel Dewavrin, che ha confermato la sua piena fiducia nel successore Gautier-Sauvagnac, affermando al tempo stesso che «ritirare denaro liquido dalla banca non è un reato». Però è una cosa che fa pensare a operazioni occulte. Gautier-Sauvagnac si vanta d'essersi adoperato per rendere più flessibili i meccanismi del dialogo sociale e c'è il dubbio che il denaro servisse a «ungere» qualche influente rotella. Le valigette di «liquido» ritirate in banca da Gautier-Sauvagnac e distribuite (presumibilmente) a rappresentanti dei lavoratori metalmeccanici fanno ipotizzare un numero elevato di beneficiari. La tesi che le principali confederazioni abbiano direttamente ricevuto finanziamenti confindustriali sta perdendo terreno, ma al tempo stesso si delinea uno scenario piuttosto preciso: un elevato numero di rappresentanti sindacali aziendali e di quadri intermedi di organizzazioni sindacali più o meno importanti avrebbero ricevuto bustarelle allo scopo (per esempio) di evitare scioperi o di evitare che questi coincidessero con periodi particolarmente importanti dal punto di vista delle varie imprese metalmeccaniche.
Ormai la crisi sta provocando una spaccatura tra l'Uimm e il resto della Confindustria transalpina. Se Gautier-Sauvagnac e Dewavrin difendono la «legalità» del loro comportamento, la signora Parisot promette che il Medef collaborerà con gli inquirenti per fare piena luce sull'accaduto.
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