Ciro «smonta» alle 14 ma alle 21 riprende di nuovo. «E la notte sembra ancora più lunga se bisogna arrivare fino alle sette del mattino». Giornata tipo di un infermiere all'ospedale San Carlo: «In queste condizioni - continua Ciro Balzano - aumentano i rischi di errore per stanchezza». Sette ore di lavoro intervallate, quando va bene, da circa nove ore di sosta. «Solo a Milano mancano 2.800 infermieri, (in tutta la Lombardia circa 7mila) e così siamo costretti a fare turni extra accumulando sempre più ferie».
Eppure la legge (per lesattezza il decreto legislativo 66 del 2003) parla chiaro: è necessario un riposo continuativo di undici ore nell'arco delle 24.
Il Governo ci aveva provato ad aggirarla: inserendo una piccola deroga in Finanziaria, aveva stabilito che tale norma non si dovesse applicare al settore sanitario.
Fulmini e saette. Grazie alla mobilitazione del Nursing Up, il sindacato autonomo degli infermieri, è stato avviato un iter di proroga per almeno tutto il 2008.
Proroga, di fatto annullata dall'ipotesi di contratto firmata in fretta e furia nella notte tra il 28 e il 29 febbraio. Il testo infatti, ha reso vana la battaglia degli infermieri introducendo la possibilità per le singole aziende di derogare la norma che impone il riposo di 11 ore fra un turno e l'altro.
«Queste mi sembrano briciole da campagna elettorale - protesta il presidente nazionale del sindacato Antonio De Palma - ci accordano un aumento di circa 20 euro in più al giorno rispetto ai portantini e poi non ci mettono nelle condizioni di lavorare bene: il ministro Turco che attenzioni pensa riusciremo a dare ai pazienti se siamo costretti a turni massacranti?».
Secondo i dati del coordinamento regionale del sindacato, finora solo al Fatebenefratelli, al San Raffaele e all'Istituto dei Tumori la programmazione veniva fatta rispettando la legge del 2003. E ora che non sarà più obbligatorio?
«A questo punto - chiarisce Patricia Crollari, direttore sanitario in via Venezian - sarebbe poco intelligente rimettere in discussione tutto e buttar via il lavoro svolto».
Ma non tutti potrebbero pensarla così, per questo i rappresentanti milanesi del Nursing Up si stanno preparando ad un mese di fuoco. «Durante le assemblee aziendali, quando gli infermieri saranno chiamati a votare l'ipotesi di contratto - spiega il coordinatore lombardo Angelo Macchia - solleveremo tutti i problemi legati a questo testo assurdo».
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