Inflazione record, pane e benzina alle stelle

da Roma

Maggio «caldissimo» sul fronte dei prezzi: l’inflazione ha infatti raggiunto il 3,6%, il massimo da quasi dodici anni. Un segnale molto negativo, che ha sorpreso gli economisti ma non i consumatori che stanno sperimentando da tempo sulla propria pelle questa fiammata di caro-vita. Alimentari ed energia, come sempre, guidano il rialzo dei prezzi. Rispetto ad aprile, la benzina è aumentata del 5,2%, il gasolio del 6,7%. Su base annua la benzina è rincarata del 10,9%, il gasolio del 26,2%. E sempre in dodici mesi, il pane è aumentato del 12,9%, la pasta del 20,4%, il latte dell’11,1%, la frutta del 6,9 per cento.
In un solo mese, da aprile a maggio, i prezzi hanno segnato un incremento dello 0,5% portando così il tasso d’inflazione ai livelli dell’agosto 1996. Il mese passato eravamo al 3,3%. Ancora peggiori i dati «armonizzati» con l’Ue, che l’Istat colloca allo 0,6% mensile e 3,7% annuale. Record d’inflazione al 3,6% anche nell’intera Eurolandia, con picchi negativi in Belgio (5,2%) e Spagna (4,7%). «Purtroppo i dati non sono una sorpresa – dice, attraverso la sua portavoce, il commissario europeo all’Economia Joaquín Almunia –. Nelle previsioni di primavera avevamo parlato di prezzi in aumento e crescita economica in ribasso». La Commissione si appella ai governi, perché non alimentino la spirale prezzi-salari.
Ma le prospettive restano a rischio sia in Italia sia nel resto di Eurolandia. I prezzi alla produzione di aprile, nel nostro Paese, sono cresciuti del 6,8% su base annuale, e prima o poi questi aumenti si scaricheranno sui prezzi al consumo. Secondo l’Isae, «è difficile che l’inflazione rallenti nel breve termine». L’Istituto di analisi economica osserva che quasi la metà dell’incremento mensile dei prezzi è da attribuire ai carburanti; tuttavia, si sono registrati aumenti diffusi nel turismo e negli onorari dei liberi professionisti. Gli analisti di Unicredit prevedono un andamento sostenuto dei prezzi almeno sino ad ottobre. L’accelerazione del caro-vita, anche secondo la Confcommercio, non si arresterà nel breve periodo.
Quella che inizialmente si descriveva come una fiammata dei prezzi, destinata a estinguersi rapidamente, si sta rivelando una dinamica duratura e pericolosa. Le famiglie sono preoccupate, strette fra salari fermi e prezzi in aumento. Le associazioni dei consumatori stimano maggiori costi per circa 2.000 euro l’anno a carico della famiglia-tipo, con un’inflazione «percepita» fra il 6 e il 7%. Il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, definisce la situazione «una miscela esplosiva» e invita il governo a intervenire. La Uil paventa «tensioni sociali». Per Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, è necessario «legare gli aumenti salariali alla produttività, e rilanciare le liberalizzazioni». Nei giorni scorsi il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha annunciato un tavolo di confronto su benzina e bollette. E a livello europeo si sta ragionando sulla proposta del presidente francese Nicolas Sarkozy di porre un tetto all’Iva sui prodotti energetici.
Il caro-vita mette in agitazione anche la Banca centrale europea.

«L’inflazione è oggi la nostra preoccupazione principale», conferma il presidente Jean-Claude Trichet. Ma la Bce sembra orientata a non aumentare i tassi di interesse in funzione anti-inflazione, per non dare un colpo mortale alla claudicante crescita economica dell’area euro.

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