Marisa de Moliner
da Milano
Potrebbe essere tutto italiano il vaccino contro l'influenza aviaria. La senese Chiron ne ha messi a punto addirittura due. Si tratta di un'offensiva contro due virus potenziali candidati della pandemia tanto temuta. Ma che non è detto che arriverà e se, quando. Qualora dovesse accadere, a quanto pare, non ci troveremo impreparati. E potremo avere la consolazione di poter cercare d'evitare la potente influenza con due sieri targati made in Italy. Ne sono, infatti, in sperimentazione uno contro il virus H5N1 e un altro contro l'H9N2. Ed entrambi stanno dando risultati soddisfacenti. Sarebbero efficaci com'è stato annunciato ieri in due sedi diverse, a Milano e Roma. Mentre in un incontro scientifico nel capoluogo lombardo Anna Prugnola, direttore scientifico della Chiron, rendeva noto che la società aveva realizzato un vaccino che grazie a un adiuvante è in grado di contrastare il virus H5N1utilizzando bassi quantitativi d'antigene, nella capitale Rino Rappuoli, chief scientific officer dell'azienda senese, comunicava il buon esito degli studi , effettuati in collaborazione con il Niaid (National Institute of allergy and infectious diseases) sul vaccino contro il virus H9N2, un ceppo che ha infettato alcune persone.
Un'infezione, che come quella che ha colpito altre persone con il virus H5N1, non deve terrorizzarci, assicurano gli esperti. «Perché entrambi i ceppi - come spiega Fabrizio Pregliasco, ricercatore dell'istituto di virologia dell'università degli studi di Milano - non sono ancora in grado di trasmettersi da uomo a uomo. Sinora è stato contagiato chi ha vissuto a stretto contatto o ha bevuto sangue dai polli». Com'è accaduto ad alcune delle centoventi vittime registrate in Asia dal 2003 a oggi e che hanno permesso di mettere sotto studio il virus H5N1. E hanno portato alla realizzazione del vaccino della Chiron con aggiunta dell'adiuvante MF59. Un composto di Squalene Twenn 80 che produce microcellule e aumenta la risposta immunitaria dell'antigene che può essere impiegato in una dose minore a quanto avverrebbe senza. Il vaccino con adiuvante si sta rivelando ben tollerato ed efficace. Sta, infatti, rispondendo bene ai test praticati su non più di mille soggetti sani. A costoro è stato iniettato il vaccino contro il virus H5N1, dopo di che è stato analizzato il loro sangue. Questo ha dimostrato di contare gli anticorpi. È stato testato, invece, su un numero minore di volontari l'antidoto al virus H9N2. La sperimentazione, che è stata condotta su 96 persone, è servita a verificare la sicurezza e l'immunogenicità di ben quattro diverse dosi di vaccino. Alcune con e altre senza l'adiuvante MF59. E proprio i vaccini contenenti quest'ultimo adiuvante si sono dimostrati ad alta immunogenicità e hanno fornito una risposta anticorpale che garantirebbe la protezione contro il virus. «Il rischio pandemico pertanto non è vicino» ha rassicurato ieri da Milano Maria Rita Gismondo, direttrice del centro di microbiologia del Sacco. L'ospedale che è comunque pronto, con un vero e proprio bunker, ad affrontare l'emergenza pandemica.
Intanto, ieri sera il ministro della Salute Francesco Storace ha dichiarato che «sono stati completati gli esami sui due campioni di volatili selvatici di cui ho dato notizia questa mattina al consiglio dei ministri. È confermato che non si tratta di virus H5N1, né di virus di origine asiatica, ma più semplicemente di un virus influenzale del sottotipo H5 a bassa patogenicità in due volatili migratori». In Romania, invece, gli ultimi test effettuati hanno dato esito negativo. Nel frattempo preoccupa la situazione dellEstremo oriente.
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