Inghilterra, scoppia il «balloongate» e il City di Eriksson viene eliminato

Sul gol dello Sheffield decisiva la deviazione di un palloncino

Nel calcio malato dei nostri giorni mancava il gol di palloncino per completare la pagina dell’album delle stranezze. Ne avevamo collezionate tante, il gol di vento, di fondoschiena nell’accezione pura del termine, dell’arbitro e del lupo sfuggito al poliziotto, il gol di limone, e poi i popolari gol fantasma, quelli davvero surreali. Ma il gol di palloncino crea una voragine col passato ed è successo sabato in FA cup al Bramall Lane, campo dello Sheffield United, attualmente 13º nella serie B inglese. Ma in soccorso ai depressi dello Sheffield è arrivato uno stupido palloncino bianco lanciato dalle tribune da Barry Hatch, altrettanto popolare tifoso del Manchester City. Il buon Barry da anni segue la sua squadra inondando di palloncini bianchi e celesti il terreno di gioco in cui si esibisce. E il Manchester si esibiva al Bramall Lane. Sabato ne ha scaricati una quantità industriale, tutti planati nei pressi della porta del City, minacciosi e leggermente ondivaghi, tanto che i ragazzi di Sven Goran Eriksson avevano invano chiesto all’arbitro una sospensione per ripulire la loro area. Niente da fare.
A un certo punto Martin mette in mezzo un pallone talmente lento da sembrare finto, il difensore del City, un certo Ball, lo vede sparire in un ginepraio di altri palloncini, nel dubbio colpisce tutto ciò che affiora dal terreno come il buon Nereo Rocco chiedeva ai suoi, ma il pallone vero non lo prende proprio. Anzi il pallone vero colpisce uno dei palloncini che ne devia la traiettoria facendolo finire proprio sui piedi di Luton Shelton, un pennellone con la maglia dello Sheffield che passava da quelle parti e che di piattone supera il portiere Joe Hart per l’1-0, in uno svolazzare di palloncini bianchi che si liberano in cielo felici. Tutto assolutamente vero.
Vari testimoni giurano che Hart, in preda ad un attacco isterico, ha iniziato a far scoppiare tutti i palloncini bianchi rimasti nella sua area, calpestandoli con furia. Durante tutto questo, inoltre, i calciatori del City hanno subìto un furto nel loro spogliatoio di circa tremila euro. Una doppia beffa, ma Eriksson non si è attaccato a un palloncino per giustificare l’eliminazione, 2-1 al termine, dalla coppa d’Inghilterra.

Almeno Barry Hatch ha promesso che d’ora in avanti ci starà più attento: «La prossima volta ne porterò qualcuno in meno - ha dichiarato-, ma quello che ha colpito il pallone, giuro che non l’ho portato io», facendo capire che se gli avessero fatto la prova del palloncino prima di entrare allo stadio, tutto ciò non sarebbe accaduto. Una triste pagina di calcio malato che adoriamo.

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