Venezia - Una confessione in piena regola, anche se in forma anonima, giunta tramite missiva alla sede Rai di Venezia, potrebbe dare una svolta alla vicenda legata alla morte di Richard Raynor, il 23enne inglese annegato a Venezia dopo una serata trascorsa con la fidanzata lo scorso 14 febbraio. Nel testo il presunto omicida racconta quella notte. La lettera (in alto la foto) è ora al vaglio della polizia. "Io sottoscritto veneziano di 34 anni - recita la missiva - ho deciso di raccontare la verità sulla tragedia di quella notte di San Valentino stavo tornando in macchina da Mestre quando ho visto a metà circa del ponte della libertà una figura che mi ha colpito molto. Camminava in modo strano per cui avevo capito che era ubriaco, gridava frasi senza senso e capivo che si era perso. Sentivo che parlava inglese, io non parlo bene l’inglese ma mi faccio capire. Ho fermato la macchina e mi sono avvicinato cercando di aiutarlo. Mi ha mostrato il suo cellulare con un sms 'I am in the middle of nowhere", era disperato perché si era perso a Venezia. La sua girlfriend lo aveva lasciato a piazzale Roma e non sapeva come tornare in albergo. Mi ha mostrato - prosegue la lettera - il portafogli con le chiavi e l’indirizzo dell’albergo. Io gli ho detto ti porto con la mia macchina perché so dov’è".
"Lui all’inizio era contento e spintonava per la gioia - prosegue il racconto - gli ho detto di calmarsi ma lui ubriaco mi ha buttato per terra cominciando a sputarmi e parlare male della sua girlfriend e del mondo intero e mi ha anche dato un calcio. Poi è salito sul parapetto del ponte continuando a insultarmi dicendo che era gay e indicando i suoi genitali. Io ho perso la testa e l’ho spinto violentemente, lui è caduto in acqua. Spaventato sono scappato poi quando ho sentito il telegiornale ho avuto rimorso perché praticamente l’ho ucciso io. Non voglio giustificarmi per il delitto ma sappiate che ho agito per legittima difesa e ho sentito il bisogno di vuotare il sacco".
Esame tossicologico: inglese ubriaco Era completamente ubriaco Raynor. Gli esami tossicologici eseguiti finora dall’anatomopatologo Antonello Cisnelli hanno evidenziato un altissimo tasso alcolico nei campioni biologici del ragazzo. Altri esami saranno comunque effettuati per ulteriori conferme. L’autopsia eseguita nei giorni scorsi ha stabilito che il giovane è morto annegato e che le ferite riscontrate sul corpo sono state provocate dalla caduta in un fondale piuttosto basso della laguna.
Gli esami affidati al dottor Cisnelli confermerebbero inoltre le prime ipotesi fatte dalla pm titolare dell’inchiesta, Lucia D’Alessandro, che ricondurrebbero la morte a un incidente o in seconda battuta al suicidio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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