«Ma perché diavolo lhai cacciato, Roman?». I toni sono da tabloid, il senso condiviso allunanimità dalla stampa britannica. Da Special One a Special Won. Tornato allo Stamford Bridge in tutto il suo egotismo, teatralità, cinismo. LInter schianta il Chelsea ma i titoli sono tutti per lui, Josè Mourinho. A cui sono bastati 90 per ricordare ai suoi ex tifosi che quello stadio ancora gli appartiene. Lo aveva detto alla vigilia. Lo ha ribadito impartendo una lezione severissima a Carlo Ancelotti, lasciato «in bancarotta di idee» per usare le parole del Sun. Ma se la requisitoria contro Carletto è in sospeso, in attesa dei prossimi sviluppi in Premier League, il processo di beatificazione per Mou è in pieno corso. E non da ieri sera. Una passione intensa e reciproca, quella tra Mourinho e lInghilterra. Che neppure lesonero del 2007 imposto da Abramovich è riuscita a spezzare. Con un epilogo inevitabile, per il Daily Express: «E' successo quello che avevamo già visto: lo Special One spadroneggia allo Stamford Bridge». Le cifre sono dalla sua parte: mai battuto quando sedeva sulla panchina del Chelsea. Quella stessa squadra è stata «sconfitta, surclassata, umiliata» proprio dal suo vecchio mentore. É stata la «rivincita delle rivincite», secondo il Daily Star. I Blues escono disintegrati dallo scontro con l'Inter: senza alibi nè giustificazione.
Allo Stamford Bridge ha vinto la squadra migliore, «quella meglio organizzata, più forte in ogni reparto, più logica e determinata», lanalisi del paludato Times. Che dopo aver assistito al tracollo del Milan allOld Trafford, si inchina di fronte ai nerazzurri: «Nella notte più deprimente per Ancelotti allo Stamford Bridge, l'Inter ha ricordato che c'è ancora vita in serie A». In Italia la squadra di Leonardo incalza alle spalle degli interisti ma il confronto parallelo contro avversari inglesi è impari per il Daily Mail. «LInter di Londra si è dimostrata l'antitesi del Milan: fisicamente dominante, competitiva, cinica e quando necessario furba e rapida nel contropiede. Tutto quello che era il Chelsea quando la squadra era più della somma delle parti». Insomma, quando cera Josè Mourinho sulla panchina, il valore aggiunto. Che pure non è mai andato oltre le semifinali di Champions coi Blues. «Ma questa volta non cè spazio per le recriminazioni nè per le teorie cospiratorie», scrive il Mail, «perché il Chelsea è stato eliminato da una squadra migliore del Barcellona dello scorso anno, migliore del Manchester United della finale di Mosca del 2008, migliore del Liverpool, nella notte di Anfield».
Per sintetizzare: una delle forze più potenti d'Europa, legittima pretendente per la vittoria in Champions League, il giudizio dei cronisti britannici. Incantati dalla sfrontatezza tattica dei nerazzurri. «Lo schieramento con tre attaccanti supportati da un eccellente Wesley Sneijder ha frantumato il Chelsea, senza esterni e senza risposte», scrive il Guardian. «Sconfitti, e sconfitti male, sopraffatti, brutalizzati, umiliati sul proprio campo», commenta il Daily Mirror che registra «un'altra stagione, un altro manager, un altro fallimento in Champions League». Ma soprattutto un Chelsea un po vecchio un po inadeguato.
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