«Inopportuna la nomina di D’Elia»

Stefano Zurlo

da Milano

L’abbraccio commovente, nella cornice di Palazzo Vecchio. Il sindaco di Firenze, il diessino Leonardo Domenici, incontra Mariella Magi, vedova dell’agente di polizia Fausto Dionisi, e pronuncia parole importanti: definisce «inopportuna» la nomina di Sergio D’Elia a segretario d’aula alla Camera. Un gesto «sul quale le forze politiche e i gruppi parlamentari dovrebbero riflettere». Insomma, questa volta è il primo citttadino di una delle città simbolo della sinistra italiana ad elaborare giudizi scomodi. «La mia valutazione - aggiunge Domenici - va al di là delle considerazioni sul percorso personale di D’Elia: in questo caso non si tratta di mettere in discussione la persona, ma l’immagine e la coerenza delle nostre istituzioni».
Sergio D’Elia è cambiato, non è più il terrorista di Prima Linea che combatteva lo Stato e per questo finì in carcere; oggi è una persona perfettamente inserita nella società, milita nel partito radicale e si batte contro la pena di morte attraverso l’associazione Nessuno tocchi Caino. Ma il suo ingresso nelle istituzioni, come deputato della Rosa nel Pugno e poi come segretario d’aula alla Camera, è altra cosa. Riapre vecchie ferite mai cicatrizzate, provoca sconcerto e disorientamento nell’opinione pubblica, umilia i parenti delle vittime. «Quando ho saputo di D’Elia - ha ripetuto nei giorni scorsi Mariella Magi - credevo fosse uno scherzo. E invece è tutto vero: una delle persone condannate per l’omicidio di mio marito, ammazzato a Firenze da Prima linea il 20 gennaio 1978, è entrata nelle istituzioni. Mi pare inverosimile».
Il sindaco esprime alla signora «la rinnovata solidarietà personale e della città». Mariella Magi non è sola nella sua battaglia per tenere viva la memoria del sacrificio compiuto da Fausto Dionisi. E sulla stessa linea si colloca Pieraldo Ciucchi, segretario regionale dello Sdi della Toscana. Ciucchi, in una lettera al numero uno dello Sdi Enrico Boselli, al capogruppo della Rosa nel Pugno a Montecitorio Roberto Villetti e al segretario nazionale dei radicali Daniele Capezzone, indica «un percorso interno al gruppo parlamentare della Rosa nel Pugno, al termine del quale l’onorevole Sergio D’Elia possa, in tutta serenità, rinunciare alla carica di segretario dell’Ufficio di presidenza della Camera».
La scorsa settimana i socialisti fiorentini avevano già avanzato perplessità sull’ingresso di D’Elia in Parlamento e avevano messo in discussione il suo seggio proponendo un sondaggio, qualcosa di simile alle primarie, per capire gli orientamenti della base del partito.

Ora la situazione si fa più difficile e potrebbe provocare ulteriori contraccolpi nella fragile e non fortunata coalizione creata dall’unione di socialisti e radicali. Lunedì intanto il Sindacato autonomo di polizia inizierà a distribuire nelle piazze 500 mila cartoline per chiedere un passo indietro a D’Elia.

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