Gli insegnanti romani ora invocano la Lega: "Troppi prof dal Sud"

Una delegazione di precari incontra il senatore Pittoni: "È l’unico che ci ascolta". E lui: "Mi batterò per loro"

Gli insegnanti romani 
ora invocano la Lega:  
"Troppi prof dal Sud"

Roma Hanno bussato alle porte della regione Lazio, a quelle della provincia di Roma e anche ai sindacati. Tutti hanno alzato le mani: «Non ci compete, non possiamo farci niente». Alla fine, i giovani insegnanti precari di Roma hanno chiesto aiuto alla Lega Nord, contro quella che chiamano «l’invasione».

Le graduatorie delle scuole romane si sono improvvisamente riempite di richieste di trasferimenti dal Sud, in particolare le province di Napoli e Caserta. Ossia quelle sufficientemente vicine alla Capitale da consentire di fare i pendolari, con un paio di ore di treno. «Dall’oggi al domani - spiega Valentina Cardella, una delle battagliere leader dei docenti precari - la graduatoria degli insegnanti di sostegno, per fare un esempio, è schizzata dai 700 iscritti del 2010 ai 1500 di oggi. Un raddoppio secco».

E per di più, i punteggi di molti di coloro che chiedono il trasferimento dalla Campania sono molto più alti degli «indigeni»: i primi 230 posti in lista sono finiti tutti a loro. «Col rischio che la gran parte di noi, dopo anni di insegnamento nelle scuole romane, magari avvicinandoci all’assunzione, rischia ora di restare senza lavoro». Dopo il giro delle sette chiese, i precari sono approdati negli uffici del senatore della Lega Mario Pittoni. «Non siamo leghisti né tantomeno razzisti: ma lui è l’unico che ci ha ascoltato e che si è subito attivato».

Il risultato è una circolare del ministero, in cui si chiede agli uffici territoriali della scuola di predisporre i fascicoli degli insegnanti che chiedono il trasferimento a Roma, rendendoli accessibili a chi voglia controllarli. «Se i punteggi degli insegnanti in alcune province del Sud sono mediamente doppi se non tripli di quelli delle altre, vuol dire che qualcosa che non funziona», dice Pittoni. Tanto più, incalza la Cardella, che «la maggior parte delle domande di trasferimento sono fatte con l’autocertificazione, senza allegare alcun documento che provi i titoli conseguiti e gli anni di insegnamento.Possibile che un’insegnante della mia stessa età abbia 90 punti più di me?».

E nessuno controlla nulla, perchè l’Ufficio territoriale di Roma si è ritrovato sepolto da un diluvio di nuove richieste (circa 5000) che vanno ad aggiungersi ai 16mila già in graduatoria. «Un delirio», assicurano i precari romani che sono andati a fare reclamo e richiesta di accesso agli atti, per fare eventualmente ricorso contro scavalcamenti abusivi. «Alcune norme - spiega Pittoni - da noi fatte inserire nel decreto Sviluppo, come l’aggiornamento delle graduatorie ogni 3 anni invece che due, e l’obbligo di permanenza una volta in ruolo di 5 anni invece che tre senza poter chiedere l’assegnazione provvisoria, hanno limitato i trasferimenti al Nord, ma non hanno potuto impedire l’invasione delle regioni del Centro e di Roma in particolare».

Ora l’obiettivo da raggiungere è l’immissione in ruolo di un contingente di insegnanti attingendo dalle liste dell'anno scolastico 2010/2011, per non aggiungere al danno della riapertura delle graduatorie anche la beffa della stabilizzazione soffiata da chi dispone di punteggi particolarmente elevati.

«Gli insegnanti romani mi hanno chiesto una mano su questo, e ci batteremo con tutti i mezzi per renderlo operativo», dice il senatore leghista. Il problema va affrontato, insiste: «Sono in ballo migliaia di posti di lavoro: magari non quanti alla Fiat, ma è lo stesso una questione di grande importanza».

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