(...) le insegnanti hanno inscenato lunedì scorso, giorno di inizio dellanno scolastico.
«Non è un pensiero originale il mio - spiega il direttore scolastico regionale - io la penso esattamente come il ministro Gelmini: quella delle maestre con il lutto e con il cappello da asino è oggettivamente una faccenda triste, molto poco bella, molto poco educativa». Il pensiero del provveditore va a quei bambini che hanno dai sei anni in su e che assistono indifesi a rivendicazioni sindacali che non possono comprendere.
«Vorrei sapere come le insegnanti hanno spiegato agli alunni le ragioni del travestimento - spiega ancora Massara -, invece non abbiamo ancora avuto modo di affrontare con la dovuta calma gli avvenimenti di lunedì scorso. Stiamo aspettando notizie da Roma, visto che alcuni fatti criticabili si sono svolti un po dappertutto in Italia».
Massara tiene a precisare di stare ancora valutando bene i fatti. «Non ho avuto ancora modo di vedere tutti i giornali», dice. Ma un dato è certo. «Io sono un operatore scolastico - sottolinea Massara -, e non è stato per me edificante vedere le insegnanti genovesi bardate in quel modo fare manifestazioni fuori delle scuole nei cortili o davanti agli ingressi. Senza contare che se sono entrate in classe vestite così e hanno spiegato ai bambini le loro ragioni è ancora peggio». Ora dovrà parlare la legge. «La normativa sullautonomia scolastica è una legge costituzionale - conclude Massara - Spetta dunque ai dirigenti scolastici procedere a verificare il comportamento delle insegnanti. Se i dirigenti scolastici non daranno segni di vita allora la direzione regionale insieme con il ministero valuterà il da farsi».
Intanto arrivano altre reazioni. Il consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Matteo Rosso si è rivolto proprio a Massara inviandogli una lettera. «Ho letto con attenzione particolare gli articoli del Giornale di martedì 16 e mercoledì 17 settembre e sono rimasto sorpreso nell'apprendere che all'interno di una classe una maestra veniva fotografata con un cappello a punta per "spiegare ai bambini la ragione della manifestazione di libero pensiero da parte della loro maestra" come testualmente ha scritto la dirigente scolastica Michela Casareto», dice Rosso nel documento.
«Premesso che sono convinto che ognuno sia libero di manifestare democraticamente, se ho interpretato bene la lettera della direttrice Casareto al Giornale, la maestra con il cappello non avrebbe utilizzato un momento fuori dall'orario del suo lavoro per spiegare ai bambini, che si dimostrassero eventualmente interessati, le motivazioni della sua protesta ma lo avrebbe fatto durante l'orario in cui deve insegnare le materie per cui è stata incaricata». Rosso continua annunciando di avere sottoposto a uno studio legale i fatti caso per verificare che non si sia di fronte «a un caso di interruzione di pubblico servizio. Se così fosse mi rivolgerei allautorità giudiziaria», conclude Rosso.
Intanto le proteste contro la riforma Gelmini sono proseguite anche ieri pomeriggio quando un corteo di trecento tra insegnanti, genitori, alunni e personale amministrativo hanno sfilato in corteo da piazza Caricamento a via Assarotti, manifestando davanti allUfficio scolastico regionale e bloccando il traffico per unora e mezza.
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