Gianni Pennacchi
nostro inviato a Napoli
Quando infine - eran le 7,30 di ieri sera - è giunta la telefonata di Romano Prodi, Clemente Mastella lo ha tranquillizzato a metà, dicendogli di averlo «ringraziato pubblicamente» per laccordo sottoscritto col fido Nuccio Cusumano, e laltro lo ha ringraziato a sua volta, unitamente a «tutti gli amici dei Popolari Udeur» coi quali «adesso siamo davvero una famiglia unita». Ma la voce del prof rimbombava stralunata sotto la volta del Teatro Mediterraneo, pur mentre assicurava che «la famiglia e il Sud saranno il pilastro della nostra politica» e prometteva che «non sarà complicato lavorare insieme al governo». Segno che Prodi conosceva bene quanto Mastella aveva appena proclamato al congresso straordinario. Ma appunto come un marziano, il leader dellUnione ha ignorato del tutto il messaggio forte che il segretario del Campanile aveva lanciato agli amici di strada, in primo luogo Fausto Bertinotti e Marco Pannella: insieme alle elezioni ma poi mani libere.
Nonostante laccordo inevitabile e pressoché scontato che lo conserva al centrosinistra - anche se la moglie Sandra, presidente del parlamentino campano, era pronta alle dimissioni, che racconti ai 9 presidenti provinciali e ai 110 assessori regionali e comunali? - quel che ha sorpreso è proprio la promessa di rottura prossima ventura, lanciata dal leader di Ceppaloni. Di dovere le frecciate ai Ds sulla questione morale, e quelle alla Margherita che «ha lanciato unOpa» sulla Cisl reclutando Savino Pezzotta, colui che «quando dice di non toccare la legge Biagi viene giudicato autorevole, mentre se lo dico io passo per blasfemo». Questanno «il gioco dellOpa» va alla grande, ha ironizzato Mastella prima di affondare contro Bertinotti, che «non può pretendere di attuare il programma di Vladimir Luxuria coi nostri voti». E qui, lannuncio dei patti chiari e amicizia corta: «Stiamo con Bertinotti, nella stessa condizione di chi si mette insieme per abbattere il tiranno. Quando ci sarà il ritorno alla normalità democratica nel nostro Paese, caro Bertinotti, ognuno di noi prenderà la sua strada. Esattamente come nella resistenza al nazifascismo, anche questa è una stagione straordinaria».
Per questo dunque, era fondamentale ottenere quei cinque deputati sicuri, non uno di meno, nel listone dellUlivo che Cusumano sè fatto garantire in tarda mattinata per iscritto dallo stesso Prodi, e che ha permesso a Mastella il colpo scenico di lacerare davanti alla sua platea il discorso dello strappo, quello che sera preparato a declamare in caso di rottura provocando «chissà quali conseguenze». Perché al Senato, una decina di senatori per far gruppo autonomo li dovrebbe raccogliere facilmente. Alla Camera però, col 2% come spera o quale miglior perdente del quale è pressoché sicuro, può prendere allincirca 15 deputati, grazie al premio di maggioranza. Per far gruppo gliene servono altri cinque.
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