Sarebbero da premio Oscar per una di quelle storione cinematografiche che tanto piacciono agli americani. Ti prendo, ti lascio, ti voglio, non ti voglio, chi cade e chi risorge. Peccato che Zamparini e Guidolin facciano sul serio, non siano attori da film, e ci raccontino una storia di calcio che talvolta è più fasullo di una pellicola. Nel mezzo del tira e molla, cè il Palermo che questanno ha fatto sognare ed ora sta facendo piangere. Ha fatto scorta di punti nella prima parte del campionato, ha pensato alla Champions League ed ora ringrazia la buona stella dallora, perché questaltra lavrebbe condotto alle soglie della serie B. Bastava veder, domenica, la faccia di Eugenio Corini per leggere la storia di una delusione.
Ed allora da oggi Francesco Guidolin scenderà dalla sella della bici e tornerà in tuta in mezzo al campo e sulla panchina. A Roma, non ancora a Palermo perché lindomito e indomabile Zamparini ha spedito la squadra in ritiro alla Borghesiana. Tutti in castigo, perché Guidolin centrava poco con tanto misere figure, ha sentenziato mettendosi sulla via del ripensamento. Idea fugace della domenica sera, diventata idea risoluta il giorno dopo e, forse, non più part time, mancando solo due partite alla conclusione. Un classico in Zamparini-style. Laltra volta, il 23 aprile, giorno in cui ha cacciato il tecnico, si era proposto con la stessa coerenza. Il Palermo perde con il Parma e lui soffia imbufalito: «Fosse per me lavrei licenziato due settimane fa. Ora resta dovè». Licenziato il giorno dopo. Di più, lultima volta che Guidolin ha cercato di dimostrare che, forse, il problema non era lui, si è sorbito una valanga di cattiverie da parte del padrone. Zamparini si era aggrappato a tutto, non sapendo a cosa aggrapparsi realmente. Aveva parlato di un carattere troppo fragile, della incapacità di Guidolin di reggere due gironi con lo stesso passo («Ha sempre fatto male nel ritorno»), aveva perfino pronunciato il jaccuse contro se stesso. «Dovevo decidermi due mesi fa». In realtà si era deciso il sabato di Pasqua, ma in 48 ore il licenziamento annunciato è diventato «fiducia molto condizionata».
Domenica dopo tre partite, di cui una vinta e due perse dalla coppia Gobbo-Pergolizzi, palermitano, ex allenatore della squadra Primavera, il presidentone si è dato dello stupido (si spera) ed ha riacceso i fuochi dartificio. «Ho capito che non tutte le colpe erano del tecnico. Ho visto unarmata Brancaleone. Sono molto preoccupato. Contro il Siena si giocheranno la coppa Uefa. Dovessimo perdere anche questo traguardo, sarebbe la fine per tutti». Gli altri, ovviamente.
Per Zamparini che volete che sia? Ha esonerato 23 allenatori, restituirà Guidolin alla bicicletta. E forse seguirà il consiglio dei tifosi che, tramite lettera, hanno chiesto di dimezzare gli ingaggi ai giocatori.
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