Dallottobre 1995 al settembre 97 due dipendenti del Dipartimento medicina interna (Dimi) del San Martino avevano fatto la cresta sui «ticket». Ieri il giudice Renato Delucchi li ha condannati per peculato e falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali, infliggendo, conformemente alla richiesta del pm Miniati, 3 anni e sei mesi di reclusione a Caterina Minasi di 52 anni, difesa dagli avvocati Massimo Boggio e Fabio Maggiorelli, e 2 anni e 10 mesi a Luigi Toson, 63 anni (assistito da Sara Pinton). Una terza indagata, A. C. che si era appropriata di 22 milioni, difesa da Scovazzi e Franzosa, aveva scelto labbreviato, ed era stata condannata a 2 anni e 4 mesi. Gli imputati sono stati condannati a risarcire il San Martino, e al pagamento di 15.943 euro a carico della prima e 2.995 al secondo.
Secondo laccusa, la Minasi avrebbe intascato 30 milioni di lire, Toson 5 milioni e 800 mila lire. Gli indagati trattenevano il denaro dato dai pazienti, versando in cassa un importo inferiore o niente. Dopo falsificavano le ricevute.Intascavano i ticket delle visite, condannati
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