Contrordine, compagni. Ci siamo sbagliati. Pecoraro Scanio non centra nulla: la colpa del disastro rifiuti è nostra. Ma sicuro: comè che non labbiamo capito prima? Per fortuna adesso sono arrivati a spiegarcelo alcuni intellettuali, di quelli che amano molto definirsi verdi e proprio per questo non rimangono mai al verde: fra di loro Franca Rame e Dario Fo, col figlio Jacopo; il professore palindromo Alberto Asor Rosa; luomo che non fa mai la doccia, al secolo Fulco Pratesi; lo scienziato catodico Mario Tozzi; Rita Borsellino; Mauro Paissan; il comico triste Giobbe Covatta e Eugenio Bennato, quello che una volta cantava «non mettetemi alle strette, sono solo canzonette». Evidentemente lhanno messo alle strette.
Il documento è pubblicato sul sito http://appellorifiuti.blogspot.com. Tutti possono aderire, e immaginiamo che, vista la compagnia, stiate ardendo dal desiderio di sottoscrivere anche voi. Ora che saprete il contenuto, poi, non starete più nella pelle. Abbiate pazienza, aspettate almeno la fine dellarticolo.
Lappello comincia così: i 24 firmatari esprimono solidarietà al ministro Pecoraro Scanio e chiedono «che si aprano gli occhi sulle vere ragioni che hanno portato allemergenza rifiuti in Campania». Perfetto. E quali sarebbero queste ragioni? Semplice: «Le scelte produttive e di consumo, nonché gli stili di vita della popolazione».
Lo vedete: è tutto chiaro. Il ministro, poveretto, non centra nulla. Lui che può fare? È così inconsistente che lunico modo in cui potrebbe dare un minimo contributo alla causa dei rifiuti sarebbe quello di trasformarsi in netturbino e svuotare qualche cassonetto. Ma siccome con la pala in mano è difficile piazzare amici nei centri di potere, dubitiamo che Pecoraro Scanio possa accettare. Del resto il nostro Giancarlo Perna qualche tempo fa lo bollò con unespressione indimenticabile: la quintessenza dellinutilità. Essendo quintessenza, continua a essere inutile, a parte la sua utilità marginale nel far cadere (forse) il governo Prodi.
E se lui non è responsabile, allora di chi è la colpa di quel disastro? Nostra, ovvio. Come non averci pensato prima. Siamo noi che abbiamo bloccato i termovalorizzatori, siamo noi che abbiamo chiuso le discariche, siamo noi che da 14 anni gestiamo lemergenza ambientale in Campania. «Apriamo gli occhi», come ci chiede Dario Fo, uno che gli occhi li ha tenuti sempre ben aperti, fin dai tempi in cui si buttava col paracadute (battaglione Azzurro di Tradate, volontario di Salò). In fondo è sempre unopera buffa.
Apriamo gli occhi: i colpevoli dello scandalo rifiuti siamo noi. Lo dice anche il professor Asor Rosa, uno che ha idee altisonanti come il suo cognome. Cè da credergli. Lui è uno che, per dire, insegna ad aspettare «Lalba di un mondo nuovo». Noi aspettiamo, per carità: ma nel mondo nuovo ci devessere per forza Pecoraro? Lintellettuale non ha dubbi. Del resto lui è abituato a battaglie impossibili. Una volta, per esempio, è sceso in campo per spostare di qualche metro una strada che passava vicino alla sua tenuta di Pienza: gli dava fastidio. Poi di recente si è battuto contro la costruzione di alcune villette a schiera in Val DOrcia. Il Riformista, giornale di sinistra, lo ha fulminato così: «Cari intellettuali, non confondete i guai sotto casa con gli ecomostri».
Lo vedete? Di questi amanti del verde ci si può fidare. Bisogna starli a sentire. Smaltire i rifiuti? Trovare nuovi siti? Magari costruire qualche inceneritore? Macché. Dobbiamo cambiare stili di vita. Avvertite il commissario De Gennaro: la soluzione del problema è tutta lì. Lunico dubbio è come cambiare stile di vita. E, considerato che tra i firmatari cè pure Fulco Pratesi, luomo che ha teorizzato linutilità del sapone e la necessità di non cambiarsi le mutande, ci viene un po di paura.
Mario Giordano
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