Inter e un Adriano da brividi Segna, poi sviene in campo

Si scontra di testa con Raggi e perde conoscenza. Passa la notte in ospedale, Tac negativa. Tifosi contro Ronaldo: «Non ti vogliamo»

(...) divertenti, quarta rete di fila per il bombardiere nero. Ma Joe Louis, che era il vero bombardiere nero della boxe, non andava giù com’è capitato a lui dopo 15 minuti: testa a testa con Raggi, una sorta di bambolotto calcistico crapa di ferro, botta alla tempia destra, di quelle che tolgono la corrente anche ai pugili, e Adriano giù: braccia larghe come un Cristo, scena rabbrividente ma solo per qualche attimo. Cinque minuti di intervallo-partita, il tanto per farlo svegliare da quel torpore lungo 10 secondi, mettendogli alla bocca una mascherina per respirare e sentirlo finalmente sussurrare: «Sto meglio, sto meglio...». Poi la barella, gli spogliatoi e l’ospedale di Niguarda per gli accertamenti dovuti e necessari in questi casi. Sottoposto a Tac all’encefalo e al rachide cervicale (esito negativo), ha parlato con i familiari, ma ha passato la notte in ospedale per maggior tranquillità e oggi niente Brasile.
Strane storie del destino: ieri sera San Siro era gelido nella temperatura, non altrettanto nel tifo che ha preso subito posizione contro l’idea di riportare Ronaldo a Milano. E mentre nello stadio risuonava potente e fragoroso: «Ronaldo non ti vogliamo», Cambiasso, Martins e Adriano hanno disegnato il gol che ha confermato l’idea. Martins ha rubacchiato palla in area, Cambiasso ha ricevuto e messo a punto il cannone. Tiro, mal respinto da Berti e Adriano pronto a sfruttare. Tripudio per San Siro e Adriano dopo tre minuti soltanto. L’Inter ha preso subito a giocare con personalità, tutto dava l’idea che il brasiliano potesse aumentare i suoi gol di campionato (ora sono dieci) se non ci fosse stata la capocciata maledetta che gli ha detto: per stasera hai chiuso.
Perso Adriano, non si è persa l’Inter. L’Empoli ha continuato nella parte dello sparring partner (tanto per stare in gergo pugilistico). L’Inter ha cercato di riempire di regali natalizi il suo pubblico: 4 gol finali (come a Reggio), una serie di fuochi d’artificio, un gioco vivace e pieno di grinta, avranno lasciato la bocca buona a tutti. E dimostrato che l’Inter c’è. L’Empoli si è afflosciato presto, come un burattino senza fili. Berti si è allineato al colabrodo difensivo. L’Inter ha sfruttato tutto e buttato occasioni soprattutto con Martins, assatanato nella ricerca del gol. C’è stata gloria perfino per Solari che ha cominciato a sfornare una serie di cross niente male, utili a restituirgli un minimo di credibilità, visti i disastri d’inizio stagione. Inter sicura nel suo gioco del centrocampo, tranquilla, forse troppo in difesa, tanto da indurre Vannucchi, nel secondo tempo, ad una conclusione di classe che ha rovinato la serata di Julio Cesar.
L’Inter a quel punto conduceva 2-1, merito di Cruz che, entrato al posto di Adriano, si è presentato con un bel colpo di testa finito fuori, ha lavorato cercando intesa con quel Martins un po’ egoista al momento del tiro. E ha scaricato un destro a mettere silenzio a tutti, proprio nei minuti finali del primo tempo: esecuzione da centravanti che ha sempre negli occhi la porta, foss’anche di spalle.
Il 2-0 poteva essere un lasciapassare di tranquillità. L’Inter ha giocato la ripresa con la stessa determinazione del primo tempo: voleva di più. Figo e Veron hanno preso possesso della partita, Cambiasso è stato straordinario, salvo non prenderci mai con il tiro (tra palo e sfortuna), l’Empoli si è fatto punching ball dopo il gol di Vannucchi. Figo non ha perso tempo e, servito da Martins, ha scaricato il tiro gol del 3-1 con devastante prepotenza.

Martins ha continuato la sua eterna ricerca del gol e l’ha trovata proprio nei minuti finali a coronare una partita bella, divertente, riconciliante dell’Inter. Mentre Ronaldo si sorbiva i fischi di Madrid. Anche ieri sera.

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