Inter, Sneijder e Forlan per scacciare il passato e lo sciagurato Gasp

Inter, Sneijder e Forlan per scacciare il passato e lo sciagurato Gasp

nostro inviato ad Appiano G.
Eccoli ritornati al giorno della salvezza. Sì, certo, salvezza dai teoremi calcistici bislacchi di un allenatore che non ha saputo guardare oltre la sua presunzione tecnica. L’Inter ritrova il Novara, stavolta a San Siro e con qualche altro peccato da scontare. In panchina ci sarà Ranieri al posto di Gasperini, così come dall’altra parte siederà Emiliano Mondonico e non Tesser. Da allora l’Inter ha conquistato 35 punti (ne aveva uno in 3 partite), in linea con le squadre di testa ad eccezione di Juve e Milan. Il Novara ha conquistato solo un’altra vittoria. Come dire: era sbagliata quella Inter o era così forte il Novara? La classifica ha già risposto. La figuraccia rimane agli atti.
Oggi l’Inter sembra ripiombata nella rete dei suoi tormenti. Gasperini ha ricominciato a parlare, la squadra a perdere, Moratti ad arrabbiarsi, i giocatori a far le belle statuine e Ranieri a spiegare che questa è una grande squadra, deve ricominciare a parlare sul campo. «E che gli allenatori in Italia sono come le ciliegie: uno tira l’altro».
Ieri l’ex tecnico si è riproposto in una interessante intervista alla Gazzetta nella quale sono state chiare alcune cose: non una parola di accusa a se stesso (avrà pur fatto qualche errore?) in omaggio alla nota presunzione; la voglia di avere un giocatore, pur bravino, come Palacio piuttosto che pezzi da novanta come Sanchez, Lavezzi o Tevez; l’intenzione di cedere Sneijder, e non Eto’o, e magari la speranza di avere Balotelli, fatta balenare da Moratti; l’incapacità di gestire una grande squadra proponendosi come insegnante di calcio anziché come allenatore di calciatori di medio-alto livello. Emiliano Mondonico, oggi sulla panca opposta a quella nerazzurra, ha sempre sostenuto che un tecnico deve saper gestire i giocatori secondo le qualità e non secondo le proprie ottiche tattico –calcistiche. Ma Mondonico è un ottimo allenatore che, talvolta, non ha avuto fortuna pari alla bravura. Gasperini è un allenatore fortunato che ha dimostrato di non essere da grande squadra.
Naturalmente l’Inter non ha gradito le parole in libertà, anzi si è infuriata. Altri tecnici hanno incassato i danari nerazzurri e i rospi. Lo sciagurato Gasp (nemmeno Calloni al Milan...) li ha rigettati al mittente: i rospi. Ranieri ha cercato di smussare, parlando di un uomo amareggiato. Ed ha spiegato che insegnare calcio vuol dire portare i propri correttivi alle abitudini di una squadra. Anche se, quando è arrivato, ha invece cercato di riportare la squadra al calcio che più si adattava alle sue caratteristiche. In controtendenza a quanto detto ieri. Ma pure Ranieri in questi mesi ha dovuto arrangiarsi tra guai e problemi. I soliti: squadra logora, la perdita pesante di Eto’o, acquisti incauti, l’aver dato preferenza alla quantità anziché alla qualità dei giocatori. Non a caso ora l’Inter si ritrova in difficoltà dopo aver subito otto reti in due partite. «Dobbiamo ritrovare equilibrio difensivo: a Roma non siamo nemmeno scesi in campo, con il Palermo è stata una partita pazza dove siamo stati pazzi anche noi», ha spiegato il tecnico.

E allora per evitare altre pazzie oggi Ranieri si affiderà al talentuoso pazzo della compagnia, al secolo Wesley Sneijder, e cercherà di ricomporre l’attacco con l’olandesino e Forlan, due di quelli che Gasp non voleva. Ora conta vincere, esattamente come un girone fa. Ma Ranieri punta alla Champions, Gasperini rischiava di puntare solo alla salvezza.

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