Intercettazioni, Alfano: sinistra incoerente

E il ministro Brambilla ai gazebo dei promototi della Libertà lancia la campagna "Non vogliamo essere spiati": "Non si tratta di convincere nessuno, ma semplicemente d'informare i cittadini del loro diritto di essere giudicati dai giudici e non dai media"

Milano - "Non si tratta di convincere nessuno, ma semplicemente d'informare i cittadini del loro diritto di essere giudicati dai giudici e non dai media". Il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla ha spiegato così la campagna "Non vogliamo essere spiati" lanciata dai Promotori della Libertà, i cui gazebo da oggi saranno presenti nelle piazze di diverse città italiane per ribadire la necessità della legge sulle intercettazioni. "Mi auguro che la legge venga approvata nel più breve tempo possibile" ha affermato il ministro, che ha inaugurato la campagna nel gazebo di Piazza San Babila a Milano. "Lo scorso anno in Italia sono state autorizzate un numero di intercettazioni 50 volte superiore a quello degli Stati Uniti: é chiaro che si tratta di un abuso, perché dovrebbe essere una misura eccezionale" ha proseguito Brambilla. Secondo il ministro, non c'é alcuna contraddizione tra il ddl sulle intercettazioni e l'impegno del governo nei confronti della sicurezza. "Noi siamo i primi a voler perseguire i veri colpevoli - ha concluso Brambilla - ma dobbiamo anche tutelare la privacy dei cittadini onesti, che troppo spesso hanno visto lesa la propria onorabilità, vedendo le loro conversazioni private pubblicate sui giornali".

L'iniziativa dei promotori delle libertà "Non vogliamo essere spiati" presentata oggi dal ministro Brambilla sarà una "'operazione verità' ormai necessaria poichè la sinistra italiana ancora una volta dimostra la propria incoerenza di fronte agli italiani" sul ddl intercettazioni. Lo afferma il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, in una lunga e articolata nota con cui intende difendere e ribadire i "capisaldi" del provvedimento Il Guardasigilli punta il dito contro l'opposizione che - sostiene - sta "utilizzando argomenti strumentali demagogici e populisti per inseguire il consenso della piazza e dimenticando, con mala fede, il fatto che nel 2007 proprio durante il governo di sinistra di Prodi & co., fu votato praticamente all'unanimità alla camera il primo Ddl sulle intercettazioni". "Noi - aggiunge Alfano - abbiamo sostenuto il ddl intercettazioni presentato dal governo di sinistra nel 2007, lo abbiamo coerentemente inserito nel nostro programma di governo e riproposto oggi perché riteniamo che vi siano stati troppi abusi nell'utilizzo di questo straordinario e delicatissimo strumento di indagine e che fosse quindi necessario dare una migliore regolamentazione alla materia". 

Il ministro della Giustizia rileva che "troppo spesso" le intercettazioni "sono uscite dai binari di un corretto impiego per essere oggetto di forme di utilizzo assolutamente illegittime e lesive della privacy e della riservatezza dei cittadini, costituzionalmente garantite". Alfano ritiene che il testo ora in Commissione giustizia alla Camera recuperi "molti principi contenuti nel ddl del precedente governo, ma mentre nel 2007 la sinistra parlava di tutela della privacy e della libertà, oggi - sostiene - sullo stesso tema stiamo assistendo a uno sciacallaggio politico senza precedenti, alla distorsione volontaria della realtà e di ciò che il ddl propone". Infine, il Guardasigilli ribadisce "ancora una volta, come lo ribadiranno in questi giorni" i Promotori delle libertà, i quattro capisaldi del ddl. In primo luogo le intercettazioni "potranno essere effettuate per le stesse tipologie di reato per le quali già oggi sono consentite, con l'aggiunta del reato di stalking". Inoltre, per reati di mafia e terrorismo e per la ricerca dei latitanti "tutto l'impianto normativo resterà immutato, compresa la loro durata. Si potranno disporre intercettazioni telefoniche, ambientali, visive in ogni luogo, sia pubblico che privato". Per quanto riguarda i risultati delle intercettazioni disposte in un procedimento "potranno essere sempre utilizzate in procedimenti diversi, relativi a reati di mafia e terrorismo e a tutti gli altri reati di più grave allarme sociale (omicidio, rapina, estorsione, etc.)". In terzo luogo, viene "sempre garantito il diritto alla pubblicazione di notizie relative a un'indagine. Caduto il segreto istruttorio - sottolinea Alfano - sarà possibile pubblicare un riassunto degli atti di indagine, salvo che si tratti di intercettazioni, caso in cui il divieto di pubblicazione opera sino alla conclusione delle indagini. Infine, "a garanzia del soggetto estraneo alle indagini, le intercettazioni per le quali l'autorità giudiziaria ha disposto la distruzione, non potranno in alcun modo essere pubblicate" Il Guardasigilli conclude sottolineando che "la speciale tutela dei contenuti delle intercettazioni nasce dall'evidente constatazione che più degli altri atti di indagine, esse sacrificano la riservatezza delle persone, compresa quella di persone terze non indagate".

Alfano si augura quindi che "anche grazie all'iniziativa dei Promotori della libertà, che ringrazio calorosamente, gli italiani possano comprendere fino in fondo la bontà e le giuste ragioni di un provvedimento che è peraltro parte integrante del programma di governo votato dai cittadini". 

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