Intercettazioni, Cicchitto: garantismo valore del Pdl

Il presidente della Camera torna dichiarazioni fatte di recente da Fini che ha sostenuto di non vedere a rischio la sua permanenza nel partito e che a suo avviso la ragione fondante del Pdl è nel valore della legalità. "Il garantismo è uno dei principi fondativi del Pdl. Chi non lo condivide non capisco su quali basi possa aver aderito al nostro partito"

Intercettazioni, Cicchitto: garantismo valore del Pdl

Roma - "Fini ha affermato di essere ispirato dal principio della legalità. Voglio ricordare che il Pdl è un partito garantista per eccellenza. Se c’è qualcuno che non lo condivide, non si capisce su quale base abbia aderito". Il capogruppo alla camera, Fabrizio Cicchitto, durante il seminario "Le intercettazioni, la riservatezza e la Costituzione", organizzato dai gruppi parlamentari, torna sulle dichiarazioni fatte di recente dal presidente della Camera Gianfranco Fini che, nel vortice delle polemiche sul ddl-intercettazioni, aveva sostenuto di non vedere a rischio la sua permanenza nel partito e che a suo avviso la ragione fondante del Pdl è nel valore della legalità. "Il garantismo - ha aggiunto Cicchitto - non è un puntiglio, ma deriva da una lettura della storia. Il garantismo non contraddice la legalità, anzi l’uso politico della giustizia è una delle forme peggiori di illegalità". Cicchitto ha dunque spiegato di essere "sorpreso" dalle reazioni suscitate dal testo del ddl intercettazioni varato dal Senato giacché quello uscito dalla Camera, "che abbiamo approvato in modo abbastanza pacifico, era più avanzato sul terreno garantista, ma non ho sentito parole da Fini o dai suoi amici né dall’opinione pubblica".

E Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori del Pdl sottolinea: "Il ddl intercettazioni è stato benedetto nel passaggio alla Camera anche dai massimi vertici di Montecitorio. Per quale motivo ora risulta indigesto?". Ragiona Quagliariello: "La situazione in Italia è patologica, bisogna riportare la questione in ambito fisiologico". E il ddl, aggiunge, "punta a questo". «Nel passaggio dalla Camera al Senato - spiega il vicecapogruppo del Pdl a Palazzo Madama - il cursore è stato spostato dalle esigenza della riservatezza a quello delle indagini. Già il testo uscito da Montecitorio era stato benedetto dai massimi vertici della Camera, perchè ora risulta indigesto? Si vuole forse spostare l’attenzione da tutt’altra parte. Sarebbe comprensibile che lo facesse l’opposizione, pare un pò più difficile da comprendere il perchè questo lo facciamo noi del centrodestra".

Il ddl, prosegue, "non c’entra nulla con le indagini su mafia e camorra e non mi convince nemmeno l’idea che si possa indebolire l’azione dei giudici alle prese con i cosiddetti reati-spia. Noi vogliamo dire no all’invasione nella vita privata dei cittadini" 

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