Roma«Buongiorno, maresciallo». «Omaggi alla signora, gentile finanziere!». Lautoreferenzialità claustrofobica della webzine finiana FareFuturo ieri ha partorito unaltra novità di sapido stile antiberlusconiano. Un decalogo semiserio che al primo punto contiene una citazione di Massimo DAlema che a sua volta citava una battuta di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, film del 1970 nel quale un intercettato si rivolge così al suo intercettatore.
Una sorta di bon ton per coloro che potrebbero essere «attenzionati» dalle forze dellordine. Tra i consigli, quello di «parlar forbito» senza troncare le parole, evitare i messaggi in codice e non rivolgersi a sottosegretari con frasi del tipo «ci dobbiamo vedere ogni giorno» perché potrebbero dare la sensazione «scarsa autonomia politica». E ultimo ma non meno importante: ai presidenti degli enti locali si sconsiglia di affermare che «questa cosa serve a Cesare» perché la mente potrebbe correre a Cesare Previti.
Sarebbero battute adatte al salotto di Parla con me o a qualche editoriale al vetriolo di Marco Travaglio e, invece, provengono da una pubblicazione vicina al Pdl. Come se per marcare la quotidiana insubordinazione di questa frangia riottosa «manovrata» dal presidente della Camera non bastassero i blog sul Fatto quotidiano dei finiani «doc» Fabio Granata e Angela Napoli.
In fondo, è meglio buttarla sul faceto ché a prendersi sul serio si rischierebbe di perdere la trebisonda. Come ha fatto il capogruppo alla Camera del Pd, Dario Franceschini, che ormai sicuro di avere una sponda tra gli aficionados «gianfranchisti», sè inventato l«emendamento-grimaldello» al ddl intercettazioni: sbobinature pubblicabili dopo ludienza-filtro. «Voteremo gli emendamenti dei finiani se loro voteranno i nostri».
Allinciucio ribaltonista il Pd ci crede e manda segnali. Tantè che anche il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto sè preoccupato. «Il Pd cerca di disgregare la maggioranza, ma chi vota con lopposizione sul ddl intercettazioni di fatto scioglie il Pdl e il gruppo», ha avvertito. Il brigadiere della pattuglia finiana, Italo Bocchino, sè subito premurato di rassicurare che la crisi di governo per ora non fa parte del piano di battaglia. «Cicchitto può star tranquillo che il nostro voto favorevole andrà soltanto agli emendamenti del capogruppo Costa e della presidente Bongiorno», ha replicato.
Un richiamo allordine anche per Fabio Granata che già sera buttato in avanscoperta sottolineando che con la «sapienza giuridica e politica di Giulia Bongiorno», presidente della commissione Giustizia, si sarebbe potuta trovare «la convergenza di tutte le forze parlamentari». Ovvia lirritazione del Pd che aveva sperato di anticipare il colpaccio non potendo auspicare un esito benevolo dalle urne.
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