Laura Sonzogni
Una sconfinata biblioteca da cui attingere informazioni, oltre che un grande contenitore di musica e film e un veicolo di socializzazione. È questo il volto di Internet che emerge dalla ricerca Kiwi (Knowledge Interaction Web Information) - condotta dal Politecnico di Milano, dallUniversità degli Studi di Milano Bicocca e dallUniversità Cattolica del Sacro Cuore - su un campione di 500 studenti provenienti da scuole superiori di Lombardia e Calabria. Il 77 per cento degli studenti lombardi pensa che la Rete sia uno strumento formativo molto utile e il 35 per cento si connette tutti i giorni. Internet piace soprattutto per la possibilità di sviluppare percorsi personalizzati dapprendimento, annullando le distanze e gestendo il proprio tempo con la massima libertà. Nonostante questi vantaggi però, gli studenti non rinucerebbero alla formazione tradizionale, al contatto umano con linsegnante e soprattutto alla scuola come spazio di socializzazione. Da Nord a Sud, il dato che emerge chiaramente è che, a fronte di studenti sempre più avvezzi alluso della tecnologia - il 97 per cento degli studenti lombardi ha un pc e il 91 per cento è in possesso della connessione Internet - la scuola non è in grado di rispondere allesigenza di una conoscenza più approfondita della Rete. Un ritardo forse attribuibile a una certa diffidenza nei confronti del mezzo, accusato di essere troppo «comodo», di non favorire lo sviluppo di unautonoma capacità critica e di essere troppo spesso veicolo di informazioni scorrette. Contro questo rischio gli studenti si affidano generalmente a criteri «estetici»: un sito dalla grafica sobria e corredato da molteplici link viene ritenuto più attendibile, ad esempio, di una pagina web «insidiata» da pop up e messaggi pubblicitari.
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