Rubrica Cucù

Parlando papale papale

Ma un Papa che santifica altri Papi, suoi contemporanei, non è un po' autoreferenziale?

Parlando papale papale

Ho raccolto come fiori rimasti per terra dopo la processione dei santi, alcuni pensieri rimossi e irriverenti alla festa dei Papi. Ve li offro in un minuscolo breviario-twittario:

1) Ma un Papa che santifica altri Papi, suoi contemporanei, non è come una giuria che premia i giurati? Non è un po' autoreferenziale?
2) Ratzinger che aveva abdicato per ragioni di salute, appariva in piena forma. C'è stato un miracolo o non fu per salute che si dimise?
3) Due Papi viventi consacrano due Papi santi. Il 2 e il 4 non sono numeri simbolici nella dottrina e nella gerarchia della Chiesa che è nel segno dell'Unità e della Trinità. Un solo Dio, un solo Vicario. Il due non è contemplato.
4) Di Giovanni XXIII è stata dimenticata l'indole conservatrice, l'aver promulgato Veterum Sapientiae in difesa del latino, l'indulgenza verso il fascismo e Mussolini, la difesa a Norimberga del tedesco von Papen.
5) Di Giovanni Paolo II sono state sottaciute le battaglie bioetiche contro l'aborto e l'eutanasia, le unioni gay e la fecondazione eterologa. E il suo appello alle radici cristiane dell'Europa, la sua condanna del materialismo d'Occidente e dell'intervento euro-americano in Irak.
6) È stato dimenticato che in origine Roncalli doveva essere canonizzato insieme a Pio XII. Poi ha prevalso la logica postconciliare. E il criterio televisivo: i Papi consacrati dalla tv.
7) Chiesero che Wojtyla fosse Santo Subito, appena morì.

Papa Francesco lo ha battuto: è stato fatto santo appena eletto, quando disse «buonasera».

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