Il candidato manager che unisce i moderati

A Bari Di Paola sfida il Pd alle Comunali e mette d'accordo Fi, Udc, Fdi e Ncd

Il candidato manager che unisce i moderati

nostro inviato a Bari

C'è una città in Italia dove il centrodestra è ancora unito. Si tratta di Bari, la capitale della Puglia, un tempo isola felice, enclave del Nord in un Mezzogiorno tormentato e oggi, dopo dieci anni di governo di centrosinistra, ripiombata in un Medioevo che si chiama «Sud». L'artefice della ricomposizione è Domenico Di Paola, ingegnere aerospaziale, imprenditore nel campo dei servizi informatici e, fino all'anno scorso, amministratore delegato degli Aeroporti di Puglia, la società che gestisce gli scali di Bari e Brindisi di cui in 12 anni ha moltiplicato fatturato e dipendenti. Con la sua associazione «Impegno civile» ha lanciato la sfida trovando subito una sponda in Forza Italia perché l'identikit è quello che tanto piace a Berlusconi, cioè quello di una manager con la passione del civil servant e anche filantropo (ha donato 800mila euro del proprio patrimonio alla Fondazione del Teatro Petruzzelli). Piano piano è riuscito ad aggregare tutte le forze alternative alla continuazione per interposta persona della satrapia di Michele Emiliano. Un sindaco che di professione fa l'astro nascente del Pd, prima dalemiano poi veltroniano, bersaniano, renziano e oggi, dopo lo sgarbo alle Europee, in cerca d'autore.
Insomma, Di Paola è riuscito a riportare «a casa» Fratelli d'Italia, Udc e, dopo una serrata trattativa, anche il Nuovo centrodestra. «La traumatica scissione del vecchio Pdl ancora non si è consumata a livello locale e chissà che non possa esserci in futuro un ritorno alla base», osserva. Certo, il passo indietro a un certo punto è stato più di una remota possibilità. «Il fatto che non fossi un uomo di partito ha agevolato la ricomposizione della coalizione e, in teoria, potrebbe rappresentare anche un esperimento politico da riproporre», aggiunge.

La consapevolezza di doversi confrontare, più che con il centrosinistra, con l'emergenza lavoro ha fatto il resto. Bari, infatti, è stata devastata dalla crisi: dai tassi di occupazione superiori alla media meridionale è passata in pochi anni a ritrovarsi con 20mila disoccupati con cui fare i conti ogni giorno. «Potrei squadernare programmi ultra-ambiziosi - sottolinea Di Paola - ma non intendo perdermi dietro alle piste ciclabili come fa il centrosinistra». L'obiettivo è solo quello di «tornare ad attirare investimenti sulla città perché il bilancio comunale non ha risorse per creare sviluppo a meno che non si vogliano massacrare i cittadini con le tasse e con le multe». Un altro impegno è quello di avviare i lavori di costruzione della Cittadella della Giustizia, un impianto che riunirà tutti gli uffici giudiziari e che è stato bloccato dalla giunta Emiliano. «Si possono creare 3mila posti di lavoro e far ripartire l'economia», rimarca.
Di Paola soppesa le parole. Un po' perché si sente confortato dal proprio curriculum e un po' perché, a far parlare i fatti, si raggiungono risultati inaspettati. Oltre alla riunificazione del centrodestra, il candidato ha ricevuto un endorsement inatteso. «La Cgil dell'Aeroporto di Bari mi sostiene», afferma come se si trattasse di qualcosa di normale. «Mi conoscono, sanno come lavoro e che tipo di riguardo ho avuto nei loro confronti. Ho portato a Bari Lufthansa, British Airways e Ryanair anziché pietire voli da Alitalia e lo scalo cresce».

Un lavoro eseguito talmente bene che il governatore della Puglia, Nichi Vendola non lo ha riconfermato. «Ho partecipato alla selezione per il nuovo manager della Sea (la società che gestisce Linate e Malpensa) e il sindaco Pisapia mi aveva scelto, ma poi ci ha ripensato altrimenti avrebbe causato una brutta figura del suo collega».

Dopo aver appianato le ruvidità di un centrodestra locale che ha ritrovato le ragioni dello stare assieme, il compito di primo cittadino non spaventa Di Paola. «È come se avessi già fatto il sindaco: con la mia società ho informatizzato il Comune, poi il centrosinistra ha buttato tutto. Ma io so bene come far funzionare il sistema».

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