Aveva promesso di portare le istanze popolari in Europa, di fare gli interessi dei cittadini nell'europarlamento. E appena è sbarcato nell'europark Beppe Grillo ha compiuto la sua azione patriottica: ha supplicato l'Europa di non dare più soldi all'Italia perché finiscono alla mafia. Ammazza che vantaggio per gli italiani: tagliate i fondi, di cui peraltro siamo cofinanziatori, così l'Italia muore incensurata, insieme alla malavita. Direte, è una provocazione per denunciare in sede europea il malaffare italiano, anche se rafforza il nefasto luogo comune Italia=mafia che danneggia pure le vittime e riduce l'intero corpo nazionale all'ombra criminale. Ma non è una boutade, è la linea del movimento grillino. Rubano? E allora fermiamo l'Expo, il Mose, il Ponte... Potrebbero rubare? Preveniamo il furto chiudendo i cantieri. L'Inno alla gioia piaceva pure a Hitler? Buttate l'Inno alla gioia. E così via. È come dire: vuoi derubarmi? E io mi ammazzo buttandomi giù dal ponte, così ti frego.
Ma la cosa peggiore è che questa campagna grillina per il «Non dare e non fare» rispecchia una mentalità diffusa nel Paese che disgustata - come è giusto - dal malaffare, boccia tutto e sempre, a priori, e preferisce la morte in purezza piuttosto che la vita a rischio di corruzione.
Facciamoci del male da noi, così preveniamo i delinquenti. Non ci vuole molto a capire che il male è il malaffare e va combattuto. Ma il peggio è procurarsi la paralisi totale solo perché camminare significa arricchire i loschi venditori di scarpe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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