È una porcata, la Rai si comporta come la vecchia Equitalia, si accanisce sempre sui soliti noti. I commercianti hanno ragione a ribellarsi. Sono delle sanguisughe». L'unico sconto che Michele Anzaldi, deputato e segretario Pd della Commissione di Vigilanza Rai, è disposto a fare a Viale Mazzini, dopo il putiferio per la raffica di bollettini del canone speciale ad aziende, uffici e negozi, è che la norma su cui la Rai fa leva ma che non è stata decisa dalla Rai, è altrettanto una porcata. «Ma ha letto l'allegato a quella legge? Ha visto quante assurdità ci sono scritte?».
Ce ne dica qualcuna lei, onorevole.
«Per esempio nel caso di caserme militari o di polizia, l'esenzione è prevista solo per la sala riunioni e la sala mensa. Per capirci: il televisore nella stanza del comandante generale della Guardia di Finanza dovrebbe pagare il canone speciale. Stesso discorso per le università: esenzione ammessa solo nell'aula di insegnamento, la stanza del magnifico rettore dovrebbe pagare il canone speciale. Cose folli. Ha ragione il governo, il canone Rai va rifatto tutto da capo».
E nel frattempo che il governo risolve il pasticcio, la Rai va avanti?
«Una volta che due rappresentanti del governo e poi la Vigilanza Rai dicono che quelle lettere sono un pasticcio credo che la Rai dovrebbe smettere di spedirle. Poi la politica deve chiudersi in una stanza e trovare un nuovo metodo, più sensato, di raccolta del canone. Anche per togliere alla Rai l'alibi di applicare una legge scritta male».
La soluzione a cui pensa il governo Renzi è mettere il canone nella bolletta elettrica?
«No, per me è una cosa impensabile. Prima di chiedere agli italiani di finanziare la Rai va riformata la Rai. A Viale Mazzini dovrebbero chiedersi perché è la tassa più odiata. Gli sprechi infiniti della tv pubblica sono davanti agli occhi di tutti. Sedi ovunque, affitti d'oro, nessuna tv al mondo ha undici direzioni. Prima la Rai deve dare l'esempio, poi si può pensare al canone. Diciamo la verità. La Rai sta con questa vicenda del canone speciale sta provando a marciarci sopra in una maniera pazzesca, sparando nel mucchio. Come le cartelle pazze di Equitalia, sperano che la gente si spaventi, e magari invece di pagare un avvocato o un commercialista paghi la Rai. Ci hanno provato pure con me».
Hanno chiesto il canone speciale pure a lei?
«No speciale, quello normale. Io ho una figlia che è andata a vivere a Parigi con la madre. Bene, hanno fatto la disdetta del canone Rai e da lì è partita un'odissea incredibile. Mia moglie comunica di aver abbandonato la casa ma la Rai risponde che non basta, deve dimostrare che è andata a vivere a Parigi. Ma non basta neanche quello perché ti dicono che secondo la legge è tenuta a pagare lo stesso, e che se vuole può fare chiudere il televisore in un sacco di liuta. Finita? No, perché poi si sono accaniti con mia figlia. Mia figlia risponde che vive in Francia, che studia lì, gli manda iscrizione all'Aire e pure alla scuola francese, ma la Rai dice che non basta. Una persona normale alla fine si arrende e paga. Sono delle sanguisughe».
Deve far fronte al taglio di 150 milioni imposto da voi renziani.
«Non credo che le due cose siano collegate, il Cda ha votato all'unanimità quel provvedimento. I costi Rai sono altri. Hanno anche assunto una marea di gente a tempo indeterminato. Gente che se poi lascia la Rai si prende anche la liquidazione...».
Però Gubitosi ha fatto una spending review sui contratti, quasi tutti.
«Intende Floris? Da quel che mi risulta non ha ancora firmato niente, ed è probabile che otterrà lo stesso compenso, o soltanto poco di più, ma dovrà fare anche una striscia quotidiana di dieci minuti oltre a Ballarò».
Volete una Rai più renziana?
«Guardi, Renzi sogna proprio il contrario, che la politica esca dalla Rai. A tutte le riunioni della Rai nessuno di noi renziani è andato.
Vi cercano però dalla Rai?
«A me no perché mi conoscono. Ma agli altri sì. Telefonano, chiedono la promozione, lo scatto, di cambiare orario. Chiamano ma non ottengono niente».
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