L’Italia muore di corte vedute

Oddio, si è ristretta la storia. Domina il Brevismo, visuale ideologica di Corte Vedute. Altro che secolo breve, sembra che tutto sia cominciato quando siamo nati noi contemporanei, nell'arco situato tra gli anni '40 e i '70

Oddio, si è ristretta la storia. Narrano a scuola e nei media che l'ottobre di cinquant'anni fa con il Concilio Vaticano II sia nata la buona cristianità. Prima del 1962 la fede era solo autorità e superstizione. Narrano gli stessi che nel 1948, con la Costituzione repubblicana, sia nata la patria da amare. Poi narrano che l'Italia civile sia cominciata il 25 aprile del 1945. E ancora narrano che nel 1968 siano nati i diritti, l'emancipazione dei giovani e delle donne.

Domina il Brevismo, visuale ideologica di Corte Vedute. Altro che secolo breve, sembra che tutto sia cominciato quando siamo nati noi contemporanei, nell'arco situato tra gli anni '40 e i '70. Denunciano la crisi dei valori, la perdita della memoria storica e di modelli positivi, ma non sorge loro il dubbio che al cinismo dominante, al nichilismo montante, oppongono un campionario di valori, esempi e riferimenti troppo ristretto.

Ma davvero la verità della fede cristiana è situata nei primi anni Sessanta e prima c'era solo il buio oscurantista? Ma davvero l'amor patrio si lega solo alla Carta costituzionale, cancellando la millenaria civiltà italiana? Ma davvero l'Italia buona è nata nel '45 e prima c'erano secoli di barbarie? Ma davvero la civiltà del diritto è nata nel '68, e i giovani prima del '68 erano ottusi manichini e le donne prima del '68 erano

animali preistorici? La civiltà muore se la riduci a un paio di generazioni. Siete provinciali, diceva Eliot, perché riducete il mondo e la storia al vostro tempo. La bugia ha le gambe corte, non la storia né la religione.

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