Spero molto in Samuele Monti e se proprio ci tocca un Monti al governo mi auguro che sia lui. Non lo conoscevo fino a ieri, non so nulla delle sue gesta a Frabosa Soprana, ma di sicuro la sua presenza a Palazzo Chigi sarebbe meno dolorosa di quella del suo illustre omonimo. Anzi, a dir la verità, la lista farlocca non è la sua, di Samuele, ma quella di Mario, un accrocco inverosimile di frattaglie unite da un solo grandioso, doloroso fallimento: il Malessere d'Italia prima di tutto è la loro bandiera e il loro primo impegno, già mantenuto. La servitù verso la banca, finanza e tecnocrazia il loro punto d'onore.
Ho trovato prima irritante la presenza di liste civetta e leader taroccati e mi ha preso lo sconforto. Poi ho avuto un soprassalto di speranza: vuoi vedere che Ingroia due, Grillo due, Monti due, siano meglio degli originali? C'è la mano divina in quel doppiaggio perché tocca tutti quelli che hanno rappresentato l'antipolitica, è come se una volta svegliato il buco dell'antimateria abbia prodotto i suoi anticorpi antipolitici, in una guerra battericida formidabile. Vuoi vedere che le finte sinistre, i finti centrini, i finti leghisti, i finti missini son meglio dei veri? Berlusca invece è inimitabile, troppo finto di suo per avere finti Berlusca in giro, si replica da solo.
Trovo l'arrembaggio delle liste la degna conclusione di un ciclo politico e antipolitico penoso. Mi auguro che vinca il Partito Pirata e al Quirinale vada il capo del Sacro Romano Impero: almeno le intenzioni sono lodevoli, anzi grandiose.
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