Racconta un suo amico di gioventù che, quando giocava al calcio, Piero Grasso aveva una qualità prodigiosa: usciva immacolato, senza uno schizzo di fango, dalle partite più impervie e dai campi di calcio più inzuppati.
Chiamatela abilità, chiamatela furbizia oppure lindore, ma Piero Grasso ha mantenuto quella virtù ed è oggi forse l'unico magistrato rispettato da molti, grillini inclusi, eletto nelle liste del Pd, nominato dal governo Berlusconi alla guida dell'antimafia e capace di quadrare il cerchio, in quanto è un simbolo della lotta alla mafia ma anche uno che ha riconosciuto i successi senza precedenti contro la mafia del governo di centrodestra.
Abile, onesto o furbo, fate voi, ma uno così, in una situazione come la nostra, dovrebbe essere il candidato naturale a Palazzo Chigi. E ancora più adatto da presidente del Senato a guidare un governo istituzionale di personalità eminenti. Sarebbe la conciliazione simbolica tra poteri dello Stato e il superamento del conflitto politica-magistratura.
L'antimafia è poi un marchio che funziona anche all'estero se si considera che la mafia resta uno dei marchi che più abbiamo esportato nel mondo, più della pizza.
In un Paese assennato sarebbe la via più breve, più semplice, più diretta per formare un governo, anche di breve durata, chiamare un esponente del partito che seppure di striscio ha vincicchiato alle urne e al contempo una figura extra partes, nel segno del Metodo Grasso, che non è una cura dimagrante. Ma c'è già dalle sue parti chi vuol eliminare il Grasso superfluo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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