L'articolo della domenica

La guerra alla disoccupazione si combatte al casinò

Lo Stato ha sempre avuto bisogno dei proventi del Lotto e delle lotterie

Lo Stato ha sempre avuto bisogno dei proventi del Lotto e delle lotterie. Nel corso della storia ne sono state inventate una infinità ma solo negli ultimi anni è stato legalizzato il gioco d'azzardo. Il Paese è stato rapidamente ricoperto da migliaia di slot machine e di casinò on line e parallelamente si è diffuso a livello di massa quello che un tempo veniva chiamato il «vizio del gioco» e che oggi viene chiamato «dipendenza» o ludopatia. Veniva chiamato «vizio» perché nel complesso lo avevano in pochi, gente ricca che andava al casinò, il tempio dei milionari e delle belle donne, dove perdeva sempre, ma dove ritornava come ne fosse incatenata. La gente li conosceva, diceva «è un giocatore». Sapeva che era spinto da una ossessione, che nessuno riusciva a trattenerlo, che non pensava ad altro, che mentiva, imbrogliava, dissipava il denaro della famiglia, si umiliava con gli strozzini pensando solo al momento magico della vittoria in cui, in un istante, arriva la cascata di denaro, incredibile, miracolosa.

C'è una opposizione totale fra il gioco e il lavoro. Il lavoro richiede un impegno che viene retribuito con regolarità. Col gioco invece sfidi la fortuna, ingaggi una lotta e, in un istante, ti impadronisci della ricchezza. Il giocatore che vince non si sente più un uomo legato al dovere, ma un superuomo che possiede la parola magica che apre la caverna di Aladino. Chi entra in questo mondo stregato non vuole più lasciarlo e, quando se ne allontana, desidera disperatamente tornarvi.

Tutto quello che c'è fuori - lavoro, amici, parenti, prestasoldi, strozzini, banco dei pegni, risparmi - è solo uno strumento per tornarvi. Il giocatore è pronto a fare qualsiasi cosa, a mentire, a rubare.

Ed oggi questo rovinoso modo di pensare e di agire ha raggiunto milioni di lavoratori, di disoccupati, di casalinghe, di giovani che, aggrappati alle slot machine o nei casinò on line, stanno diventando dei disadattati al lavoro, irrecuperabili alla vita sociale. Voi che avete votato le leggi che legalizzano il gioco d'azzardo sapevate quello che stavate facendo? Ed ora avete capito che dovete tornare indietro?

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