Dopo svariati mesi di annunci, contatti e sollecitazioni del Quirinale, centrodestra e centrosinistra hanno raggiunto uno storico accordo: c'è da fare la riforma elettorale. Sul come restano divisi, ma sono dettagli, intanto ci spariamo una bella commissione... Ammazza che passo avanti.
Quand'ero ragazzo si parlava di riforma istituzionale, il presidenzialismo passò da Pacciardi ad Almirante, poi a Craxi, a Segni e a Miglio. Diventai adulto e si continuò a parlare di riforma istituzionale, ci fu pure un cambio di Repubblica, i presidenzialisti andarono al governo ma la riforma non si fece. Pensate che ora si farà?
Non è per gufare, ma temo che proseguirà la tradizione abortista in auge da decenni. Certo, il presidenzialismo non è il toccasana dei nostri guai, ma una svolta ci vuole per garantire governabilità, decisione e governi di legislatura, separando la rappresentanza dall'esecutivo. Si può trovare un'intesa tra presidenzialisti e parlamentaristi?
È difficile, ma se provaste a spostare l'elezione diretta sul capo del governo, lasciando al capo dello Stato il ruolo di garante eletto dal Parlamento? Era l'ipotesi Segni (un sindaco per l'Italia) e fu bocciata con la stupida osservazione che si usa solo in Israele.
Se è per questo, l'attuale nostro sistema politico non è adottato nemmeno dai
buruburu. Un premier eletto dal popolo, pure in doppio turno, e un presidente della Repubblica eletto dal Parlamento sarebbe un compromesso salomonico di alto profilo. Due capi d'estrazione diversa per una democrazia bilanciata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.