È il trionfo della noia E uccide ogni erotismo

L'intimità è bella quando non è ripetitiva. Tutto il resto è noia (se va bene...)

È il trionfo della noia E uccide ogni erotismo

Una coppia su sei dorme in letti separati o in camere diverse. Il dato statistico stupisce, però sembra sbagliato per difetto e non per eccesso. Sono convinto - ma non dispongo di indagini demoscopiche a sostegno delle mie opinioni in proposito - che il numero dei coniugi non favorevoli a condividere lo stesso talamo e la stessa stanza sia in realtà più alto. Non solo in Inghilterra ma anche in Italia. Trascorrere ogni notte, minimo otto ore, accanto al consorte è qualcosa di agghiacciante, direi incivile, quindi da evitarsi. Si può, si deve fare per cause di forza maggiore: quando cioè gli sposi non hanno un reddito sufficiente per affittare o acquistare un alloggio grande, composto di vani in abbondanza che consentano a lui e a lei di non calpestarsi. Altrimenti non è ammissibile la promiscuità: genera fastidi e problemi; inevitabilmente provoca insofferenze e litigi.
Mi rendo conto. Oggi quanto ieri, abitare in un appartamento vasto è un privilegio non accessibile a molti. Spesso due giovani che decidano di convivere riescono a malapena ad assicurarsi un bilocale o un trilocale. Pertanto sono costretti ad adottare la camera in comune. Li comprendo. Talvolta bisogna fare di necessità virtù. Ma so anche che ciò comporta parecchi guai. Se uno dei due ha un sonno agitato, prima o poi irrita l'altro, lo innervosisce fino a farlo esplodere. Che dire poi di chi russa? Non ha colpe. Ma non è simpatico udire per ore ed ore dei grugniti che ti tengono sveglio. D'accordo, esistono metodi infallibili per ottenere un po' di silenzio, ad esempio il classico calcio. Ma converrete che prendere a pedate la (il) consorte non è il modo migliore per esprimere amore né affetto. Dal ventesimo calcione in poi il rischio di passare alle sberle è assai alto.
Non trascuriamo altre complicazioni. Lui è goloso di aglio; lei lo detesta. Qui può succedere di tutto, compreso l'uxoricidio peraltro meno oneroso del divorzio. L'elenco delle provocazioni e dei contenziosi insanabili è lungo e drammatico. Uno legge il giornale o un libro e pretende la luce accesa; l'altra muore dal desiderio di sprofondare tra le braccia di Morfeo e non riesce a farlo col bagliore della lampadina. Come conciliare le due posizioni contrastanti? Non c'è via d'uscita. Idem per la tv. Lui non si perde una puntata di Porta a Porta; lei non sopporta Bruno Vespa né i suoi ospiti, sempre le stesse facce, le stesse voci petulanti. Non c'è mediazione.
Fare l'amore è bello, se c'è l'amore. Ma impegnarsi in un simile esercizio dopo una zuffa per via dell'aglio non è difficile: è impossibile. Senza valutare la questione estetica. A forza di vedere tua moglie in pigiama, col volto imbrattato di crema, e magari in ciabatte, è fatale: scatta la repulsione. Che di norma è reciproca. Due coniugi che scopino entusiasticamente al sesto anno di matrimonio sono una rarità da esibirsi in convegni scientifici. L'abitudine è la madre della noia. E la noia è nemica della sessualità, figuriamoci dell'erotismo. Ergo non è vero che letti e stanze separati siano causa di disagi sessuali. Al contrario è l'assidua frequentazione, specialmente notturna, del partner ad ammazzare i sentimenti e ad azzerare la libido.
L'intimità è foriera di delizie se non è ripetitiva ed è sorprendente. Se invece diventa routinaria appiattisce e annulla qualsiasi emozione: provoca lo stesso effetto della solita minestra. Che barba. Da qui nasce l'esigenza di rarefare i momenti di confidenza estrema tra marito e moglie, ciascuno dei quali è bene conservi attorno a sé un alone di mistero e non si faccia cogliere mentre svolge attività troppo personali per essere condivise.
Anche girare mezzi nudi per casa o lasciare aperta la porta del bagno non contribuisce all'armonia di coppia. A proposito di bagno, averne due è una garanzia contro il disgusto.

Certamente, non tutti se li possono permettere, così come le camere separate non sono alla portata di chiunque, considerati i prezzi degli immobili. Tuttavia chi ha mezzi sappia che i soldi spesi per ritagliare spazi riservati a sé e alla sposa forse non promette la felicità, ma di sicuro salva il rispetto umano ovvero il cemento del matrimonio.

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