Quando arrestano o inguaiano un tuo vecchio amico, la reazione più diffusa è distrarsi, eclissarsi, prendere le distanze. Ma se si è davvero amici si resta amici nella buona e nella cattiva sorte.
Gianni Preziosa, per noi Precco, è stato mio compagno di scuola, amico di prima giovinezza, e con me, Bartolo e Pino, fondò a 15 anni il Fronte della Gioventù al mio paese. Credevamo davvero di cambiare l'Italia, e forse il mondo, di cacciare ladri e delinquenti, andavamo ai cortei e ai comizi portando sogni e bandiere, stampavamo volantini con un torchio antico, attaccavamo manifesti, cantavamo insieme le canzoni della rivoluzione, coltivavamo con Mishima il sole e l'acciaio, correvamo d'inverno a torso nudo per le campagne. Credevamo agli assoluti e alla purezza.
Gianni restò con quelle idee e anche per questo diventò poliziotto, commissario, vicequestore, amatissimo sceriffo di Bologna e poi votatissimo assessore alla sicurezza nella giunta Guazzaloca. Vederlo ora arrestato per corruzione crea in chi lo ricorda così un misto d'incredulità e di dolore.
Non oso dir nulla sulla faccenda, non ho elementi per giudicare e la mia testimonianza sarebbe di parte.
Chiedo solo una cosa: Precco, siamo così cambiati nel tempo o siamo così diversi agli occhi degli altri? Cosa stravolge la vita di un uomo e la capovolge a tal punto? Quali veleni, frustrazioni e ignominie, spero solo altrui, spingono verso l'abisso? Il mio augurio inerme è che sia tutto uno sbaglio. Non la vita che vivemmo, ma l'incubo presente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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