La sua lettera, caro Ferruccio, interpreta lo smarrimento di altri elettori di centrodestra. È una posizione che rispetto, ma credo sia influenzata non poco da una martellante campagna mediatica (tv e giornali) faziosa, interessata e zeppa di luoghi comuni. Cerco di spiegarmi. Che Silvio Berlusconi si debba «fare da parte» è un problema superato perché l'hanno già «fatto da parte» con la forza e la malafede (una sentenza assurda e un voto sulla decadenza retroattivo e quindi incostituzionale). Tra pochi giorni per via politica (giunta del Senato) o tra pochi mesi per via giudiziaria (ricalcolo in appello della pena accessoria dell'interdizione), l'uomo sarà ufficialmente fuori dalla politica e nulla più si potrà fare.
Al netto quindi di doverose e nobili manifestazioni di solidarietà del partito per il suo padre fondatore, la questione non è più evitare l'espulsione del senatore Berlusconi a costo di rovinare il Paese. Si tratta invece di una battaglia per evitare che il Paese si rovini ancora di più finendo in mano in modo non democratico (cioè senza un responso elettorale) a una sinistra ancora fortemente post comunista e a poteri extraparlamentari (banche, lobby finanziarie, politiche e giornalistiche domestiche ed europee). Immagino che se lei ha sempre votato Pdl si auguri un Paese con meno Stato e più libertà, con meno tasse e più giustizia indipendente. È disposto a rinunciare a tutto questo? Si vuole arrendere? Perché è ovvio che dopo aver fatto prigioniero Berlusconi, gli stessi si mangeranno in un boccone Forza Italia e a quel punto addio ai suoi ideali e alla speranza di risolvere i suoi problemi.
Non si faccia convincere da chi la vuole inchiodare a questo destino. Questo governo, figlio di un innaturale compromesso al ribasso, non è in grado di affrontare seriamente alcuna questione (leggere oggi Feltri sul caso Iva), anche se Berlusconi non fosse stato condannato. Le vicende del e sul Cavaliere hanno solo portato ancora più allo scoperto l'odio che la sinistra nutre verso i liberali. Se l'esecutivo Letta dovesse cadere, non solo non finirà il mondo ma ne avremo tutti un grande beneficio, chiunque sarà il vincitore delle prossime elezioni. Si chieda, gentile lettore, perché la sua posizione è identica a quella di Napolitano, Epifani, Ingroia, Di Pietro, Vendola e compagnia. E poi non sottovaluti che nella vita, oltre a questioni economiche, capita di doversi giocare dignità e princìpi.
Lei siederebbe allo stesso tavolo, a fare bisboccia come se nulla fosse, con il killer di suo padre? Mi auguro, anzi sono certo, che la risposta è no. Comunque stia tranquillo che oggi la voglia del Pd di governare è di molto inferiore a quella di Forza Italia. Sono pronto a scommettere che, nonostante tutto, non sarà il Pdl a far cadere Letta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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