Ai confini dell'Inghilterra si ferma la nuova ideologia pauperista che sta contagiando il mondo. Via l'ipocrisia e via anche la folle caccia al ricco che dilaga ovunque. Venite qui, miliardari. Ci sono pochi posti, ma per voi li troviamo. I visti facili per i multimilionari sono un'idea giusta: cento persone che otterranno ingressi agevolati, barriere doganali meno rigide e tanti sorrisi all'ingresso: welcome. È la differenza tra Londra e gli altri. Quella con l'Italia, che i milionari li tartassa di imposte e burocrazia. Quella con Parigi, che i super ricchi li massacra con la tassa del 75 per cento. Ora pure quella con New York, la città che aveva santificato il denaro e che da martedì, con il nuovo sindaco De Blasio, sembra vergognarsene.
Londra se ne frega. La ridistribuzione del reddito è una cosa da pazzi, se vuoi fare il Robin Hood contemporaneo devi volere tanti sceriffi di Nottingham altrettanto contemporanei. Sai come si ridistribuisce? Facendo spendere a chi può, incentivando a investire chi il denaro ce l'ha, sperando che i miliardari comprino beni e servizi. Allora tappeti rossi ad arabi, russi, extracomunitari di ogni genere, purché abbiano tanto denaro, perché chi ha di più serve. È una verità troppo politicamente scorretta per diffondersi. Però è una verità. Che ne nasconde un'altra, forse ancora più scorretta e più vera: incentivare l'arrivo di multimilionari è una forma di immigrazione intelligente. Contraria all'accoglienza infinita di chi non ha e, non avendo, non può dare. Londra è un esempio che spiega alla perfezione. Gran parte della città produttiva è in mano a stranieri: i fondi sovrani del Qatar e di altri emirati hanno comprato molto. Possiedono lo Shard, il grattacielo a scheggia costruito da Renzo Piano, sono proprietari di squadre di calcio, di hotel di lusso, di interi quartieri. Quella parte di città, però, è rimasta profondamente inglese: capitali stranieri e identità autoctona. Perché i ricchi che arrivano a Londra l'hanno scelta: hanno voluto essere lì perché ne amano la cultura, la storia e proprio l'identità. L'immigrazione bassa fa il contrario: cannibalizza, cerca di trasformare interi quartieri nelle copie paracivilizzate di Paesi e territori da cui provengono gli immigrati. E questo fagocita, divora il costume locale. Il risultato sono i quartieri etnici, neanche multietnici: hai Chinatown, la zona pachistana, quella indiana, quella lituana.
Il denaro può fare la differenza, anche se a troppi sembra brutto dirlo. Viviamo in un'epoca in cui qualcuno ha deciso che i ricchi sono il nemico. La retorica del mondo di Occupy Wall Street ha colpito, la propaganda dell'1% della popolazione che controlla la metà della ricchezza complessiva, ha trovato seguiti. Avere i soldi è una colpa, a prescindere. Perché se ce li hai, devi averli fatti di sicuro in qualche maniera illegale. Il mondo s'è adagiato, la politica pure: non sia mai che ci venga detto di essere dalla parte dei milionari. L'Inghilterra capitalista e liberale fa ciò in cui crede: venite se avete da dare. Questo non è il Titanic, non è la prima classe che viaggia a sbafo, contando sulla massa della terza classe che paga poco, ma deve pagare per forza.
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