Rubrica Cucù

Gli anfibi tra popolo e palazzo

La protesta dei forconi è il piccolo sintomo di un più grande fenomeno: il vero bipolarismo in Italia è tra populisti di piazza e governativi di Palazzo

La protesta dei forconi è il piccolo sintomo di un più grande fenomeno: il vero bipolarismo in Italia è tra populisti di piazza e governativi di Palazzo. E sullo sfondo tra filo-italiani e filo-euro. Il disagio ha superato i livelli di guardia e va ben al di là dei manifestanti di piazza. Ma la paura e il disincanto, come idranti, disperdono la folla. Evitiamo i manicheismi: di qua i buoni, di là i cattivi. Tra i populisti ci sono irresponsabili, demagoghi e abusivi che hanno qualche responsabilità nella situazione. E tra i palazzisti, tutori dello status quo, c'è pure gente per bene, non responsabili del disastro. Mai generalizzare e sparare nel mucchio, mai tracciare linee tra buoni e cattivi. Al più tra cause buone e cause cattive, almeno in prevalenza buone o cattive. Un divario del genere mette in difficoltà gli anfibi, che poi sono tanti, quelli di lotta e di governo, i rottamatori senza rompere, o chi prende i voti dalla protesta popolare e poi li va a spendere nell'outlet del potere. Capisco il disagio di Alfano e del suo partito (per rispetto non mi sento di chiamarli Ncd, mi sembra di chiamare una cooperativa di noleggio auto), che sa di dover attingere i voti tra quelli che sono con la piazza e al tempo stesso da ministro dell'Interno usa toni intransigenti, da Bava Beccaris, fino a prendersela coi suoi elettori e alleati di ieri e probabilmente di domani. Lo dico senza polemica, perché capisco e rispetto le ragioni della difficile posizione.

Ma la nuova politica sorgerà su quel bipolarismo.

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