Aria di retromarcia sull’Italicum per bloccare Silvio

Dallo sbarramento alla soglia per il premio: Pd e piccoli partiti studiano imboscate

Aria di retromarcia sull’Italicum per bloccare Silvio

Roma«Ci sono tanti doppi e tripli pensieri nascosti nelle pieghe delle dichiarazioni sull'Italicum. Tutti aspettano di capire quali modifiche verranno accolte. Poi il malcontento uscirà fuori e i franchi tiratori aumenteranno. I 25 delle pregiudiziali di costituzionalità sono solo la base di partenza».

La «profezia» è firmata da un senatore del Pd. Ma come lui la pensano tanti altri parlamentari, ben consapevoli che la grande partita della legge elettorale ha davanti a sé un cammino ricco di spine, insidie e trappole. Al di là delle parole ufficiali i più «barricaderi» sono i piccoli partiti, terrorizzati dalle soglie. Ma i malumori iniziano a crescere anche dentro il Pd. Un nervosismo paradossale visto che il doppio turno rappresenta un assist per via del Nazareno. Ma giorno dopo giorno nelle pieghe dei pensieri si fa strada la sindrome bersaniana, il timore di aver cantato vittoria troppo presto per poi ritrovarsi con un pugno di mosche. Non è un caso che il Mattinale, newsletter di Forza Italia, ieri titolasse «Sogno o sondaggio?». Il trend positivo del centrodestra - che sempre più istituti accreditano di una possibile vittoria al primo turno - sta infatti seminando inquietudine. Con il risultato che si sente parlare di modifiche sartoriali, tagliate ad hoc per favorire la vittoria del centrosinistra. Su tutte la volontà dei bersaniani di spostare la soglia per il premio di maggioranza al 40% così da rendere inevitabile il secondo turno.

La discussione riprenderà l'11 febbraio. Il dibattito durerà 22 ore. Facile ipotizzare lo slittamento alla settimana successiva. Restano quindi una decina di giorni per strappare modifiche. Nel mirino c'è soprattutto lo sbarramento del 4,5% per chi sta in coalizione. Nessuno lo confessa, anzi tutti ostentano sicurezza (da Sel a Ncd, da Fratelli d'Italia alla Lega). Sottotraccia, però, è guerra senza frontiere e anche gli stessi appelli per le preferenze sono da leggere come uno strumento per far saltare la trattativa. L'obiettivo è limare la soglia al 4% introducendo anche la clausola per il miglior perdente. Si tratta sulle candidature multiple (che potrebbero diventare tre + una in un collegio non adiacente). Così come il Pd continua a spingere per le «primarie di Stato», formula con cui trasferire le spese per le consultazioni «democratiche» a carico di tutti i cittadini. Ma la partita più delicata è la cancellazione di Palazzo Madama.

Ieri è scattato un fragoroso applauso quando il presidente di turno, Roberto Calderoli, ha detto che l'abolizione non dovrebbe riguardare il Senato ma la Camera per la sua incapacità di esaminare i decreti. Un sussulto di orgoglio. Il primo bagliore, la scintilla di un fuoco che cova potente sotto la cenere.

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