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Crisanti sempre più a sinistra: l'abbraccio alla Schlein. "Abbatteremo le élite"

Il microbiologo sosterrà Elly Schelin, per "abbattere il muro delle élite". Ma, dopo le polemiche sullo stipendio e la villa d'epoca, proprio da sinistra lo avevano accusato di essere troppo elitario

Crisanti sempre più a sinistra: l'abbraccio alla Schlein. "Abbatteremo le élite"

Il blasonato professore è sceso dalla cattedra per salire sulle barricate. Per "abbattere il muro" delle élite. Andrea Crisanti ha scoperto le proprie carte: nella corsa alla nuova segreteria del Pd sosterrà la candidatura di Elly Schlein. Ad annunciarlo è stato lo stesso senatore, che ha così spiegato le ragioni della propria scelta in favore dell'ex vicepresidente dell'Emilia Romagna. "I suoi valori e i suoi obiettivi siano in linea con quello che mi ha portato a candidarmi: l'intenzione di promuovere una società che offra a tutti le stesse opportunità", ha osservato, auspicando la nascita di un "nuovo Pd".

Crisanti, il sostegno a Elly Schlein

Annoverandosi tra i supporter dell'agenda Schlein, il microbiologo romano ha evocato lo sviluppo di "un Pd indipendente, libero da logiche di potere e da baronie; un partito giovane, aperto, creativo e che premi il merito e le competenze. Un partito che entusiasmi e stimoli". Tra le argomentazioni portate a sostegno della candidatura di Elly Schlein, però, ce ne sono state alcune più interessanti di altre. Dopo aver denunciato le "disuguaglianze sociali che affliggono e limitano il nostro Paese", il professore ha offerto la propria soluzione per sviluppare nuove opportunità di crescita. E ha affermato: "La sola ridistribuzione delle risorse infatti non risolve i problemi dell'Italia se non si abbatte il muro che relega le opportunità a élite culturali economiche e politiche. Questa è il compito e la sfida di un partito di sinistra, a mio avviso".

Le polemiche sullo stipendio e la villa d'epoca

L'immagine di Crisanti come nuovo paladino anti-élite, certo, risulterà a molti piuttosto inedita. Fino all'altro ieri, infatti, anche a sinistra c'era chi gli rimproverava di essere troppo "elitario", forse sulla scorta di alcune polemiche che lo avevano riguardato. Aveva destato scalpore, ad esempio, l'iniziale volontà del professore di rinunciare al proprio stipendio da senatore per mantenere quello da docente. "Mi conviene, è un compenso più alto e poi è una questione di contributi previdenziali", aveva spiegato lui, attirando non poche critiche. Poi avrebbe cambiato idea, decidendo di tenere il compenso da politico. Allo stesso modo, non erano mancate rimostranze dopo il suo acquisto di una pregiata villa d'epoca in provincia di Vicenza, che egli stesso aveva spiegato di voler restituire alla comunità dopo la ristrutturazione.

La replica del professore

Zittendo chi lo aveva accusato di essersi arricchito con la pandemia, il microbiologo aveva spiegato: "Sono una persona agiata al di là del Covid. Io e mia moglie occupiamo posizioni apicali da molto tempo. E abbiamo sempre condotto una vita frugale. I soldi, non li abbiamo mai buttati". Con altrettanta schiettezza, il medico aveva rivendicato in tv: "Ho una casa a Londra in uno dei quartieri più cari del mondo, non è che dovevo aspettare il Covid per avere successo professionale". E in effetti, avendo svolto un'apprezzata attività scientifica, non si capisce perché mai il prof. non potesse scegliere come spendere i denari onestamente ottenuti.

Ora però sentirlo parlare di lotta a delle non meglio precisate "élite culturali economiche e politiche" fa un po' sorridere.

I suoi detrattori più accaniti, velenosamente, saranno già pronti a rinfacciargli le vecchie polemiche e a chiedergli se stesse forse parlando di se stesso.

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