Accordo sui pagamenti dello Stato alle imprese Via alle compensazioni

Prevista per oggi la firma del decreto. In cambio dei crediti si potranno avere sconti su tasse, Imu e contributi previdenziali

Accordo sui pagamenti  dello Stato alle imprese  Via alle compensazioni

Quattro decreti, tre del ministero dell’Economia e uno dello Sviluppo, per iniziare a restituire almeno una parte dei circa 70 miliardi che lo Stato deve alle aziende italiane. I provvedimenti dovrebbero essere firmati e illustrati oggi, ma, tra certificazioni e istruttorie delle banche, i primi soldi, secondo il governo, dovrebbero arrivare alla fine dell’estate. Forse un po’ oltre. La novità, spiegavano ieri fonti vicine alla trattativa, è che sono stati sciolti i principali nodi, a partire da quello dei tempi, soprattutto quando sono coinvolti enti locali. E che le associazioni delle imprese si sono dette sostanzialmente d’accordo con le soluzioni individuate al tavolo, con qualche eccezione come quella dei costruttori. Ce n’è abbastanza per dire, insomma, che la soluzione non sarà di nuovo rinviata.

Confermata l’entità della prima tranche liberata: 30 miliardi di euro. Per quanto riguarda il fondo di garanzia, la disponibilità di risorse è di tre miliardi di euro. Per ogni euro di garanzia si dovrebbero liberare 20 euro di crediti da parte delle banche, ma il plafond dipende dagli istituti di credito.

Oggi dovrebbero essere definiti anche i protocolli con l’Abi in un ultimo tavolo con le imprese. E quindi si dovrebbe chiarire l’entità delle risorse messe in campo. Altra novità di ieri è che il governo si è detto pronto a rifinanziare il fondo, se dovesse dimostrarsi efficace. Questi aspetti saranno regolati nel decreto di competenza del ministero guidato da Corrado Passera.

I principali ostacoli riguardavano gli altri provvedimenti, quelli di competenza del ministero dell’Economia. Per quanto riguarda la certificazione dei crediti, confermata la procedura telematica curata dalla Consip, che varrà come modello anche per le amministrazioni locali e gli enti sanitari. Per evitare che si rifiutino comunque di pagare, ci sarà un limite di 90 giorni, oltre il quale scatteranno dei poteri sostitutivi. Questa parte, quella delle autonomie locali, deve ancora essere sottoposta alla conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni.

Novità, e accordo sostanzialmente raggiunto, anche per quanto riguarda le compensazioni. Le aziende potranno compensare (cioè non pagare per un importo pari a quello dei crediti vantati nei confronti dello Stato) oltre ai debiti fiscali, anche quelli contributivi e anche l’Imu. Dovrebbe rimanere il vincolo che limita le compensazioni ai debiti già iscritti al ruolo, ma sarà il Tesoro a farsi carico dei crediti vantati verso tutte le amministrazioni.

Dal fronte delle imprese si segnalano con soddisfazione una serie di risultati che possono essere considerati sostanzialmente raggiunti. Primo fra tutti, la garanzia sui debiti delle amministrazioni locali, ovvero uno degli aspetti su cui più hanno insistito Confartigianato e Cna in difesa delle Pmi. In particolare, le associazioni datoriali sono soddisfatte per i tempi di pagamento più veloci rispetto ai 12 mesi di attesa previsti finora. In sostanza, ogni certificazione indicherà sia l’ammontare del debito che la scadenza del pagamento.

Ancora critiche da parte dell’Ance, associazione dei costruttori.

Per il presidente Paolo Buzzetti, «qualsiasi ulteriore richiesta di certificazioni rappresenterebbe un ulteriore appesantimento burocratico che andrebbe a peggiorare la situazione finanziaria delle imprese di costruzione già enormemente gravate dal peso dei ritardi dei pagamenti della Pubblica amministrazione».

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