Addio orso bianco L'Artico del futuro avrà altri inquilini

Dall'orso bianco al delfino narvalo, dai licheni ai piccoli fiorellini che punteggiano la tundra nei mesi estivi. L'Artico così come lo conosciamo, un patrimonio unico di biodiversità inserito in paesaggi mozzafiato, potrebbe non esistere più nel giro di pochi decenni, spazzato via da un riscaldamento globale che in quest'area pesa molto di più che in tutto il resto del mondo. L'ennesimo allarme arriva dal nuovo rapporto «Arctic Biodiversity Assessment», il gruppo di lavoro sulla biodiversità del Consiglio Artico. Un aumento delle temperature mondiali di due gradi, nell'Artico si tradurrebbe in un incremento tra i 2,8 e i 7,8 gradi e le conseguenze sarebbero drammatiche. Un'intera zona bioclimatica, l'Alto Artico, potrebbe scomparire.

Il riscaldamento globale sta spingendo animali e piante verso i Poli in cerca di temperature più rigide, ma «gli orsi polari, e altri organismi che si sono adattati al freddo, non potrebbero spostarsi più a nord, e quindi potrebbero estinguersi», sostituiti in quest'area da nuovi inquilinì che prosperano in un clima subartico. Conservare la biodiversità artica è fondamentale anche per la sussistenza delle popolazioni locali. La pesca e il turismo nell'Artico hanno una rilevanza mondiale.

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