Addio sogni di governo, a Nichi resta solo la Puglia

RomaIl sogno di Nichi a Palazzo Chigi s'è spento sul Colle al tramonto d'un Venerdì Santo, e adesso non gli resta che ritornare a governare la pianeggiante Puglia.
Eppure ci ha provato fino all'ultimo, Vendola. Quando persino Bersani si era ormai rassegnato, lui ancora insisteva sulla strada del governo «di cambiamento», continuando - invano, per la verità - a fare gli occhi dolci ai grillini, invitando Bersani - indicato come «la più matura e forte espressione della volontà di dialogo con le istanze del Movimento 5 Stelle» - a «portare davanti alle Camere il programma e la squadra». E ovviamente sparando a zero su un governo di larghe intese con il Pdl.
Poi Giorgio Napolitano ha chiuso la porta, scartando l'ipotesi da accanimento terapeutico di insistere sul nome del segretario del Pd, reduce dalla frustrante via crucis delle consultazioni. La poltrona di Monti resta un miraggio per il mancato smacchiatore, e la via del governo viene preclusa anche al narratore della politica. Vendola dopo l'amaro responso delle urne sembrava aver già rinunciato al palcoscenico nazionale, ma con il preincarico a Bersani aveva sperato di risorgere per Pasqua nella stanza dei bottoni. Nel rimpasto della giunta pugliese s'era vestito da alchimista politico, arruolando persino un montiano ex Pdl, per provare a codificare una ricetta esportabile anche in Parlamento, e cominciando a spendere e spandere parole lusinghiere sul M5S, che pure aveva attaccato con durezza per tutta la campagna elettorale. Non è servito. Dopo aver visto in streaming Bersani schiantarsi contro il muro di Crimi e Lombardi, vanificando la speranza di trovare una sponda nel Movimento 5 Stelle, Nichi ha capito che nell'uovo non avrebbe trovato la sorpresa sognata, ma è stato comunque l'ultimo ad arrendersi, tenendosi addosso - nel dubbio - sia l'abito da presidente di regione che quello da deputato e ministro in pectore. Terrà solo il primo, almeno fino alla prossima occasione.

In fondo, visto lo stallo, potrebbe non volerci troppo. Nel frattempo continuerà a guidare Sel dopo la bastonata delle urne, e a esercitarsi al governo del «non cambiamento» nella sua Puglia, che non l'ha disarcionato nonostante gli scandali della Sanità.

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