Politica

Adesso Monti spiegaci questo: il peso delle tasse oltre il 56%

Al Prof, che nei giorni scorsi invitata a "togliare l'Italia agli incapaci", vorremmo chiedere: chi non è stato capace di abbassare le tasse, ma le ha fatte schizzare alle stelle?

Mario Monti e sullo sfondo l'articolo dedicato al premier italiano sul Financial Times
Mario Monti e sullo sfondo l'articolo dedicato al premier italiano sul Financial Times

Durante la catastrofica gestione del governo Monti, un dato pubblicato dalla Confcommercio aveva atterrito gli italiani: nel giro di un anno i tecnici avevano fatto balzare in avanti le tasse facendo schizzare la pressione reale dal 48% al 53,9%. Non che ci fosse bisogno di un grafico per capire che la situazione non andava affatto bene. Le imprese, già strozzate dalla crisi economica sentivano il fiato dello Stato sul collo e le famiglie erano costrette a mettere le mani sui propri risparmi per riuscire a pagare le tasse all'erario pubblico. Un’analisi di Rete Imprese Italia ha, purtroppo, evidenziato che le circostanze stanno addirittura peggiorando: "La pressione fiscale effettiva salirà nel 2013 a quota 56,1%, rispetto al 46,3% della pressione fiscale apparente".

Otto punti pesantissimi. Dal 2011 a oggi la pressione fiscale è letteralemente schizzata alle stelle. A fronte dei dati pubblicati questa mattina da Rete Imprese le promesse di Monti fanno impallidire. "Abbiamo dovuto ricorrere più di quanto non volessimo ad imposizioni fiscali - ha ammesso ieri il ministro dell’economia Vittorio Grilli al Parlamento europeo - la pressione media fiscale deve calare, ma per fare questo occorre fare una revisione specifica della spesa pubblica, con scelte dure per snellire il settore pubblico". Quello del titolare del dicastero di via XX Settembre suona come un vero e proprio mea culpa. Mea culpa che, invece, Monti non ha mai pensato di fare. Anche alla kermesse della lista "Scelta civica", presentata domenica scorsa al Kilometro rosso di Bergamo, il Professore si è vantato di aver trascinato il Paese fuori dalla crisi economica e ha detto chiaramente che non ha alcuna intenzione di fare autocritica. Della serie: abbiamo fatto tutto nel migliore dei modi. In realtà, proprio come fotografato settimana scorsa dalla Banca d'Italia e oggi da Rete Imprese, è tutt'altro che rosea. Non a caso anche il Finacial Times, in un durissimo editoriale, si è schierato contro il premier uscente non ritenendolo l'uomo adatto a guidare il Paese scosso da una recessione economica tanto grave. Secondo il quotidiano della City, infatti, l’esecutivo dei tecnici è responsabile di "riforme strutturali modeste" che hanno avuto come unico effetto l’aumento delle tasse.

Adesso che la pfressione fiscale è alle stelle, le famiglie faticano a saldare i propri debiti e le imprese sono strozzate dal Fisco, Monti promette di abbassare le tasse. Una promessa che suona come uno slogan da campagna elettorale. D'altra parte, quando Silvio Berlusconi ha promesso di togliere l'Imu sulla prima casa spiegando, con precisione, dove andare a recuperare il mancato introito, il premier dimissionario ha prima balbettato che è impossibile rinunciare all'imposta sulla casa, poi ha tirato fuori un paio di idee (non bene precisate) per provare a ridurla. Non solo. L'ipotesi di applicare una patrimoniale per far cassa, presente nell'agenda illustrata da Monti a fine dicembre, è magicamente scomparsa da un momento all'altro. Insomma, sondaggi e grafici alla mano, il Professore si è accorto che una tassazione eccessiva penalizza i consumi e azzoppa l'economia e ha scaricato tutte le colpe sul precedente governo.

"La vecchia politica non deve tornare - ha spiegato in una intervista al Corriere della Sera - il governo tecnico non sarebbe stato chiamato se la gestione della cosa pubblica fosse stata nelle mani di politici capaci e credibili". Adesso, però, verrebe da chiedergli: chi non è stato capace di abbassare le tasse?

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