nostro inviato a Siena
Sudava, e non solo per la prima calura estiva. Quel 6 agosto del 2010 l'ex numero uno della banca Monte Paschi di Siena e presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, sulla scia delle indiscrezioni di un'inchiesta che lo riguardavano da vicino, a malincuore fu costretto ad annunciare alla stampa di aver «ricevuto una informazione di garanzia dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Siena» con la quale veniva informato «di essere sottoposto a indagini per concorso morale in ordine ai reati di falso e turbativa d'asta, relativamente alla procedura di privatizzazione dell'aeroporto di Siena», per la precisione ad Ampugnano, località Sovicile. Il neo presidente dell'Abi aggiunse di ritenersi «assolutamente estraneo alle ipotesi di reato ipotizzate dalla procura di Siena» ed esprimendo ciò che esprimono tutti gli indagati d'Italia, proclamò di «avere la massima fiducia nei confronti della magistratura senese».
Fu un brutto colpo per il rampante avvocato arrivato nella città del Palio dalla lontanissima Catanzaro, e qui cresciuto a pane e Pci, diventato poi adulto scalando coi Ds prima e il Pd poi i piani alti della banca più antica del mondo pur non essendo lo ammise lui stesso un banchiere. L'inchiesta che lo vedeva indagato insieme ad altre 15 persone, e che il prossimo 18 ottobre rischia anche di vederlo alla sbarra se il Gup riterrà la sua posizione meritevole di un processo, aveva preso il là due anni prima con ricorsi al Tar e presentazioni di esposti, il più duro stilato dal Comitato contro l'ampliamento dello scalo senese. Questi 16 indagati, chi più chi meno, in tempi e situazioni differenti, avrebbero avuto un ruolo rispetto alle poco limpide procedure con le quali nel 2007, l'annus horribilis dell'acquisto a 10 miliardi di euro di Antonveneta voluta da parte di Mps (cioè di Mussari), venne trovato il partner privato della società di gestione Aeroporti di Siena formata da Comune di Sovicile, Comune e Provincia di Siena, Camera di commercio di Siena, Aeroporto di Firenze e ovviamente Banca Mps. L'oggetto delle investigazioni riguardava il sospetto che il vincitore finale dell'appalto, e cioè il fondo di investimenti francese Galaxy di proprietà della Cassa depositi e prestiti, avesse goduto quantomeno di una corsia preferenziale rispetto ai concorrenti. E i primi sentori di ciò agli inquirenti erano arrivati scoprendo contatti e frequentazioni, precedenti alla pubblicazione dell' «invito a manifestare interesse» per la gara, tra Galaxy e più soci dello scalo aeroportuale a 20 chilometri da Siena. Rispetto alle consistenti modifiche di ampliamento ipotizzate per lo scalo (da 5mila a 100mila passeggeri) i dirimpettai dell'aeroporto alzarono le barricate guidati dall'erede del conte di Durham, Fred Lambton, arrivando a manifestare davanti alla National Gallery di Londra che ospitava una collettiva di maestri rinascimentali senesi. La chiusura delle indagini, a fine novembre 2011. Tra gli indagati anche il consigliere della Cassa depositi e prestiti Luisa Torchia, catanzarese come Mussari, già con incarichi in Mps, plurintercettata, che proprio per questo incidente si dirà verrà stralciata all'ultimo momento dalla lista dei ministri (Funzione Pubblica) del nascente governo Monti. Indagato per falso in atto pubblico invece l'Ad dell'aeroporto di Siena, Claudio Machetti, oggetto di telefonate con quel Mussari che nei momenti caldi dell'affare annota la Gdf che ascolta le chiacchierate tra i due - si incontra con il senatore Pdl Franco Mugnai (mai indagato, vicinissimo all'ex ministro dei trasporti Altero Matteoli) beneficiario di una consulenza da 250mila euro pagata, a fronte di regolare prestazione, dall'aeroporto di Ampugnano. Lo stesso Matteoli ammetterà di essersi interessato allo scalo convocando una conferenza dei servizi. Quando carabinieri e finanza irrompono nella Banca, nella Fondazione e all'Enac, oltre che nel suo ufficio, Mussari sbotta al telefono, sempre con Machetti: «Sono disposto a capire quando si parla della gente che ruba o prende mazzette o si corrompe ma in questo caso non si vede come si possa agire così». E dal brogliaccio sintetico delle intercettazioni così conclude lo sfogo: «A volte dice (Mussari, ndr) che gli viene voglia di non fare nulla per questo Paese». Un mese dopo sarà presidente dell'Associazione bancaria italiana. Nelle carte dell'inchiesta spuntano anomali dettagli che hanno fatto riflettere, e molto, gli investigatori. A un certo punto si dà conto dell'esame del computer personale del presidente della banca del Monte dei Paschi sequestrato da carabinieri e finanza. Nel libro Mussari Giuseppe, una biografia non autorizzata di Raffaele Ascheri si legge: «Una volta analizzato il contenuto gli inquirenti si accorgono di una cosa alquanto strana: c'è tutta la corrispondenza pre-estate 2007 e tutta quella successiva. La gara d'appalto è del 10 settembre 2007. Tutta la corrispondenza della lunga e calda estate 2007 è letteralmente evaporata». Scrivono gli investigatori: «Durante la consultazione della copia certificata su hard disk esterno (
) emergono dubbi circa il fatto che siano state rimosse volontariamente e-mail nell'arco temporale che va dal 29 giugno al 13 ottobre 2007 (
). Per tale motivo continuano gli inquirenti stante le precedenti perquisizioni già eseguite nei primi mesi del 2010 nei confronti di dirigenti di Banca Mps e Fondazioni Mps quali Rizzi Raffaele (l'avvocato del gruppo) e Biscardi Lorenzo, siano state cancellate mail riguardanti l'argomento aeroporto di Siena». L'inchiesta, corposa e complessa, nel giugno scorso approda alla richiesta di rinvio a giudizio per Mussari. La procura di Siena fa sapere di aver anche informato i consigli dell'ordine degli avvocati di Siena, Roma e Milano e che per l'avvocato-presidente dell'Abi e per l'allora capo dell'ufficio legale di Monte Paschi «è stata esercitata l'azione penale».
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