Gli agenti della scorta, ultimi seguaci di Fini

Il peccato originale di Fini non è la scorta ma il suo solo disegno politi­co: un posto al sole. Il guaio di Fini non è provenire da destra ma averla distrutta

Il peccato originale di Fini non è la scorta ma il suo solo disegno politi­co: un posto al sole. Il guaio di Fini non è provenire da destra ma averla distrutta.L’infamia diFini non è aver tradito Berlusconi ma aver tradito il suo popolo, i suoi elettori, i suoi mili­tanti ed esponenti. Il suo conflitto con Berlusconi è imperdonabile non perché volesse rompere con lui, ma perché voleva solo distruggerlo sen­za avere una strategia alternativa; niente politica, solo rancore persona­le. La ragione per cui Fini è un pesce morto non è nemmeno il suo cini­smo ingrato, che ancora ci sta nelle spire della politica, ma la sua assolu­ta vacuità. Quante volte Fini avrebbe dovuto costituire un contrappeso ri­spetto a Berlusconi e Bossi e invece ha sempre nicchiato. Non era da Ber­lusconi che ci aspettavamo il senso dello Stato e dell’italianità, della so­vranità politica e monetaria e degli in­teressi nazionali, la difesa della tradi­zione e della memoria storica, i beni culturali, la pubblica istruzione, il merito, la legge. Ma da una vera de­stra, e non importa aggiungere nuo­va o classica, antica o moderna. Quel­la destra è venuta meno al governo, prima parassitando la forza vincente del berlusconismo, poi remando con­tro, al puro scopo di nuocere. Così Fi­ni distrusse tre partiti e mezzo. Che re­sti pure anche d’inverno con la sua scorta ad Ansedonia; è ormai l’unica a seguirlo.

L’importante è che, finita la stagione, non torni nei Palazzi ro­mani ma resti spiaggiato tra le conchi­glie vuote e le carcasse senz’anima a fine mareggiata.

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