Roma - AAA cercasi sfidante di peso. Sdoganate le primarie, Alfano cerca un competitor interno per batterlo e, quindi, ricevere una maggiore legittimazione. Per ora il candidato alla leadership e alla premiership è lui ma mancano ancora gli avversari diretti. Fino a oggi, ufficialmente, si sono fatti avanti soltanto l’ex sottosegretario Daniela Santanchè e l’ex ministro Giancarlo Galan. La prima preannuncia novità di peso, un jolly; ma per ora tiene le carte coperte: troppo presto esporsi. Il secondo scende in campo con l’intento dichiarato di rivolgersi a un elettorato nostalgico del mood che si respirava nel ’94. In pratica ritrovare lo spirito di Forza Italia per portare a compimento l’incompiuta rivoluzione liberale, che era nei sogni di Berlusconi.
Ma non ci sono solo loro a muoversi. Nel Pdl, partito sempre più in ebollizione visti i sondaggi che dicono nero, stanno spingendo anche i cosiddetti formattatori: gruppo di giovani amministratori locali il cui obiettivo è quello di svecchiare il partito da dentro. E poi in grande fermento è anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Sì, ci sta facendo un pensierino», ammette un deputato che vuole restare anonimo. Una candidatura forte, di peso, forse troppo romanocentrica, ma che potrebbe uscire allo scoperto nelle prossime settimane. Una candidatura anti-Alfano ma anche e soprattutto pro-Alfano. L’alemanno-pensiero è il seguente: il Pdl deve rimanere unito e solido; deve allearsi ad altre forze moderate; non deve aprirsi a fantomatiche liste civiche, pena la sua morte; ma soprattutto non deve frantumarsi. Cosa invece di cui si parla in ambienti parlamentari.
In questo contesto va letta la recente mossa dell’ex ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. La quale due giorni fa s’è dimessa dalla guida del movimento giovanile del partito. «Non ha lasciato il timone della Giovane Italia perché ha velleità e ambizioni sulla segreteria del partito», giurano un paio di deputati a lei vicini. E lei conferma: «Io alle primarie? Davvero non ci ho pensato». Ma la sua decisione non è casuale e va messa in relazione a quanto sta accadendo in un partito, sempre più in ebollizione. Qualora, infatti, si decidesse di spacchettare il Pdl, aprendo alle cosiddette liste civiche, la Meloni potrebbe avere le mani libere per fare qualcosa d’altro. Una lista di destra-destra? Un suo partito federato al Pdl ma autonomo? Presto per dirlo. Ma le premesse ci sono tutte. Una strada, questa, non condivisa da tutti gli ex An, se ha ancora senso questa distinzione. Non sarebbero entusiasti, per esempio, né il potente senatore Andrea Augello, né l’ex ministro Altero Matteoli, né lo stesso sindaco Gianni Alemanno. In ogni caso nel partito c’è chi continua a premere su Alfano: «Fai il segretario politico, non soltanto il segretario», il senso delle molte lamentele. Insomma, c’è chi spinge perché Angelino prenda in mano veramente un partito che ora è ridotto ai minimi termini ma che potenzialmente avrebbe la forza di risalire la china. Gli chiedono più autonomia anche per risolvere la questione delle alleanze e rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono nello stringere un’alleanza tra i moderati. Tutti i moderati: sia Casini, sia Montezemolo, sia Fini.
Alfano ascolta, media, aspetta, in un momento peraltro delicatissimo. È consapevole, infatti, che il sostegno a Monti è una ferita necessaria il cui prezzo è una continua emorragia di consensi. Certo, una fetta consistente di partito ed elettori vorrebbe far cadere il governo, senza tuttavia assumersene la responsabilità. Lo stesso atteggiamento di Bersani, peraltro. Entrambi i leader sperano che sia l’altro a staccare la spina al Professore. Così rimangono fermi, immobilizzati, in una sorta di gioco della «bandiera»: in attesa che sia l’altro a prendere il fazzoletto per poi squalificarlo con un comodo tocco e non pagare il prezzo dell’assassinio del governo tecnico.
Un gioco che verosimilmente andrà avanti fino al 2013. Anche se una svolta potrebbe esserci dopo il cruciale summit di Bruxelles del 28/29 giugno. Se Monti dovesse tornare a casa con un pugno di mosche in mano, per lui potrebbero essere guai seri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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