Milano Un milione e duecentomila disoccupati in più: è il prezzo pagato dal sistema Italia alla crisi. Soprattutto dai giovani, dove le cifre ormai fanno paura: nel 2012 il tasso di disoccupazione nella fascia 15-24 anni è stato pari al 35,3% e la prima metà del 2013 ha registrato un ulteriore rialzo. Va un po' meglio per i ragazzi, un po' peggio, come al solito, per le ragazze: ma la crisi, ormai, fa poche differenze. Se non a livello territoriale: nel Mezzogiorno, infatti, il tasso di disoccupazione giovanile rasenta il 45% e quello di occupazione è bloccato al 13,2% (a fronte del 18,6% nazionale e del 32,8% della media europea).
L'unica boccata d'ossigeno - ma è poco più di un soffio - arriva dagli incentivi all'assunzione di 18-29enni: 12 mila giovani coinvolti, che a fine mese, secondo un'anticipazione del Corriere, sarebbero arrivate a 13.770. E si riaccende la polemica fra il presidente del Consiglio e Beppe Grillo, che già lo scorso 26 giugno l'aveva accusato di mentire sul «bonus giovani» e ora sarcasticamente si rivolge al premier: «Letta rifacce Tarzan». «Disinformazione - tuona Enrico Letta -, con il bonus hanno trovato lavoro in 14mila».
Resta il fatto che una generazione intera rischia di perdere l'appuntamento col futuro: i giovani che non studiano né lavorano, i tristemente famosi Neet, in Italia sono ormai 1,27 milioni, il 21% della popolazione di questa fascia di età, ma in Campania, Calabria e Sicilia superano il 30 per cento.
Un quadro a tinte fosche quello tratteggiato dal ministero del Lavoro, che però tenta di correre ai ripari, creando una «struttura di missione». E in un documento preparatorio imposta le linee guida dell'azione per attuare in Italia il piano europeo «Garanzia per i giovani»: obiettivo, non lasciare nessun under 25 per più di quattro mesi al di fuori di percorsi di studio, formazione o lavoro. Ma è quasi una missione impossibile: «Tra il 2007 e il 2012 la quota di occupati si è contratta di quasi 2 punti percentuali - si legge - e l'unica componente della popolazione che ha visto incrementato il relativo tasso di occupazione è stata quella dei 55-64enni». Conseguenza, peraltro, dell'innalzamento dell'età pensionabile, visto che, parallelamente, la quota di forza lavoro disoccupata è cresciuta di 4,6 punti percentuali e aumentano, registra ancora il documento, i tempi di ricerca di lavoro praticamente per tutte le categorie della popolazione.
Allarme giovani, Grillo contro il governo. Ma Letta: 14mila assunti con il bonus
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.