Milano - Appena nove mesi e il Comune di Milano guidato da Giuliano Pisapia incassa la prima inchiesta. E la luna del sindaco con la città si fa di fiele. «Per indagine su turbativa d’asta è caduta la giunta Iervolino», twitta il governatore Roberto Formigoni a proposito del fascicolo aperto dai magistrati milanesi che si occupano della vendita a dicembre del 29,75 per cento di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, al fondo F2i di Vito Gamberale. Intercettato mentre se la ride con un pezzo grosso del Pd parlando di un bando fatto su misura per lui. E oggi i sindacati convocano l’assemblea per organizzare lo sciopero del 27 marzo «in difesa dei lavoratori della Sea». Segnali che qualcosa anche a sinistra si sta incrinando.
E il vento arancione non convince più. Nemmeno i sostenitori della prima ora che cominciano a mal sopportare il democristiano di lungo corso Bruno Tabacci. Assessore al Bilancio, ma da tutti ormai considerato il vicesindaco ombra, l’artefice indiscusso delle grandi operazioni finanziarie. E con ormai non più celate ambizioni di correre verso la presidenza della Regione nel dopo Formigoni.
Non fosse che oggi proprio la vendita degli aeroporti sta diventando un pasticciaccio.
E che di tutto ciò proprio Tabacci è il gran regista. Capace di smentire, cifre alla mano e di fronte all’insurrezione di Pdl, Lega, ma anche di molta sinistra, qualunque favoritismo nei confronti di Gamberale. Salvo poi leggere sull’Espresso delle intercettazioni del numero uno di F2i con Riccardo Conti. Che oltre essere stato per dieci anni (fino al 2010) assessore ai Trasporti della Regione Toscana, è coordinatore Trasporti e infrastrutture del Pd in quota a Massimo D’Alema, uno dei nove membri del cda di F2i di cui Gamberale è azionista e amministratore delegato, nominato in quota Monte dei Paschi di Siena che di F2i è socio. Non male a voler cercare il conflitto di interessi. E un bel guazzabuglio per gli aeroporti milanesi, un’infrastruttura di cui la Lombardia si capisce bene quanto abbia bisogno. Pisapia, nonostante l’indagine, ostenta sicurezza. «Sono assolutamente tranquillo», ha detto ieri a margine dell’inaugurazione di un giardino a Fausto e Iaio, i due ragazzi del centro sociale Leoncavallo uccisi misteriosamente a colpi di pistola nel 1978.
«Io - ha aggiunto - sono sempre molto prudente quando sento di colloqui telefonici in cui c’è chi millanta, chi riferisce cose vere e chi riferisce cose non vere».
Poi nemmeno la giunta con tutti gli assessori convocata di domenica (sera) serve a sbrogliare la matassa. Con Pisapia che spiega come in agenda ci sia «anche la Sea, ma sicuramente non prenderemo alcuna decisione». Oggi, infatti, oltre all’assemblea dei lavoratori, è in programma un consiglio comunale incandescente. Con la sinistra che chiede proprio a Pisapia di andare in aula a spiegare bene cosa sia successo con quel «bando fatto su misura». E il sindaco, invece, intenzionato a lasciar la patata bollente nelle mani di Tabacci che ha passato il fine settimana a limare il suo discorso.
«Qualsiasi sia la risposta che Tabacci o Pisapia intendano dare a questa bufera giudiziaria che si è abbattuta su Palazzo Marino alla prima operazione di vendita delle prime azioni di una società a prevalente capitale comunale - attacca l’ex vice sindaco Riccardo De Corato -, la questione morale investe il centrosinistra
milanese». E la Lega promette barricate. «In ballo - spiega il capogruppo Matteo Salvini - ci sono centinaia di posti di lavoro e centinaia di milioni di euro dei milanesi. Piuttosto che cedere Sea, bloccheremo il consiglio comunale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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