Cronache

Altro che cani e gatti: ora i cattivi padroni abbandonano i conigli

Comprarli è diventata una moda ma crescerli è tutt'altro che facile. Mai regalarli senza criterio: non sono animali adatti ai bimbi

Altro che cani e gatti: ora i cattivi padroni abbandonano i conigli

«Come sta il tuo Bunny? Ho sentito che dovrà essere operato.. È successo anche al mio Lapino che ora sta bene. L'importante è che tu vada dove ci sia uno staff di veterinari specialisti di Conni. Io ho fatto 200 chilometri per farlo operare de prima dell'intervento ho fatto anche la TAC. Auguroni, e stai su con il morale».
Cosa sono i Bunny, i Conni e i Lapini? Ma conigli, naturalmente, anzi conigli nani che non salveranno vite umane sotto le macerie, non saranno così magici da affascinare i più grandi artisti, ma hanno un loro seguito, amorevolmente affezionato, come accade per cani e gatti.
Negli ultimi decenni, quello che da secoli era noto per le cento ricette tramandate da madre a figlia (con orrore dei popoli anglosassoni) ha preso possesso delle case e del cuore di giovani e anziani, fino a trasformare questo fenomeno in una moda che come sempre, trattandosi di organismi viventi, lascia i suoi strascichi negativi. I «lapini» nani, con le loro molteplici razze (dal'angora all'olandese, dall'ariete al testa di leone) sembrano meravigliosi peluche e il musino delicato, lo sguardo dolce e un po' malinconico associati a due orecchie giganti, li rende buffi e simpatici a prima vista. Hanno quindi sfondato facilmente tra i cosiddetti animali esotici (o meglio «non convenzionali») da compagnia.
Oggi sono tutt'altro che esotici e, dato il costo modestissimo d'acquisto, vengono regalati troppo spesso senza alcun criterio ai bambini, da persone che ignorano cose fondamentali al loro riguardo (che i commercianti pure ignorano o si guardano bene dal sottolineare). Intanto non sono adatti ai bambini, specie quelli un po' maneschi. Sono infatti fragili, timidi e hanno un sistema cardiocircolatorio deboluccio. A volte basta il «bang» di un aereo a bassa quota per costringerli a un vorticoso girotondo nella gabbia che li porta alla frattura della colonna vertebrale. Sono tanto spartani, quanto delicati nell'alimentazione. Un piccolo errore può essere fatale. Non sono animali da costringere in una gabbia a vita (in realtà nessun animale dovrebbe subire questa sorte) e, dulcis in fundo, i veri conigli nani (quelli che pesano meno di 2 Kg da adulti) sono molto rari in Italia. Più facile comprare un «coniglio nano», che a trenta giorni è piccolissimo ovviamente, e trovarsi un Nuova Zelanda d'allevamento, di 3 - 4 Kg dopo un anno. E questo è uno dei primi motivi di abbandono. Sì, esiste anche il randagismo dei conigli. Dato che si tratta di animali sociali, i conigli abbandonati tendono ad aggregarsi in colonie che si vedono ormai numerose in tutta Italia, ai margini della città o nei parchi centrali dove trovano da mangiare e terra morbida per scavare tane.
Per fronteggiare questa situazione sono nate associazioni specifiche. Tra le più attive «La voce del coniglio», «AAE conigli», facilmente raggiungibili sul web che, oltre a dare precise informazioni, offrono anche un sistema di adozioni presso famiglie private o a distanza.
Più recentemente è nata un'associazione (La collina dei conigli) che si occupa del recupero da situazioni critiche di conigli, porcellini d'india, criceti e altri piccoli animali. Uno dei principali obiettivi consiste nel recupero, la riabilitazione e la ricollocazione di animali provenienti da laboratori di sperimentazione dove conigli e cavie vengono ancora usati a milioni per testare la tossicità di detersivi, cremine antirughe, rossetti, dopobarba e belletti vari.

L'orrore al servizio della vanità umana nell'anno di grazia 2012.

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