NapoliPrima l'ha uccisa con quattro stilettate al torace poi ha simulato la rapina con gli investigatori. Ma, la messinscena di Pasquale Iamone (nella foto), 38 anni è durata meno di tre ore. Poi, dinanzi alle domande incalzanti dei poliziotti della squadra mobile, l'uxoricida si è sciolto in un pianto a dirotto ed ha confessato di avere ucciso la giovane moglie. «Antonetta l'ho uccisa io. A un certo punto è come se mi si fosse fermato il cervello. Non ho capito più nulla ho impugnato lo stiletto che tenevo sempre in auto e l'ho colpita». Iamone, forse ripresosi dal «buio» che lo aveva obnubilato ha messo in moto l'auto e ha fatto una corsa fino alla clinica «Villa Betania» ma, per Antonetta non c'era più nulla da fare: è morta per emorragia. La scena del crimine è a San Sebastiano al Vesuvio. La coppia, in crisi da tempo era uscita da casa, a Cercola per recarsi dai genitori di lui per prendere il figlioletto, 7 anni.
Giunti a San Sebastiano, Pasquale ha detto ad Antonetta, «parliamo un po', prima di prendere il bambino, non mi va che senta i nostri discorsi». E cosi è stato. L'uomo ha fermato l'auto in una strada situata a poca distanza dalla casa dei genitori. Marito e moglie ha discusso ma senza alzare mai la voce, senza litigare. «Da tempo non capivo più mia moglie. Era depressa, diceva di non provare più alcun sentimento nei confronti del mondo intero» ha raccontato l'uxoricida agli investigatori.
Nessuna crisi coniugale dunque, molto di più. Iamone avrebbe anche detto alla moglie, «se il problema sono io, vuoi che vada via di casa
?». Alla risposta negativa, la discussione è proseguita con toni pacati ma, all'improvviso, senza che vi fosse una causa scatenante, l'uomo ha impugnato lo stiletto, che teneva nel cassettino portaoggetti della propria macchina, per difendersi da eventuale aggressioni, e ha colpito la moglie. Poi, la corsa in clinica e l'arrivo della Squadra mobile, con il vice questore Andrea Curtale. Alla versione di Iamone, «eravamo in auto, due malviventi volevano rapinare la borsa di mia moglie che portava in grembo, l'hanno colpita con un coltello allo stomaco e sono fuggiti», la polizia non ha mai creduto, fin dall'inizio. Freddo, cinico, neppure una lacrima: questo atteggiamento cosi distaccato ha insospettito gli investigatori che hanno fatto cadere più volte in contraddizione Iamone, dipendente di una ditta di surgelati. Nel cuore della notte è crollato. Prima il pianto poi la piena confessione. Il racconto della serata trascorsa con Antonetta, fino alle quattro stilettate al torace.
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