Arrestato Ciancimino per evasione fiscale

Imputato nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia, è accusato anche di associazione a delinquere. Borsellino: "È in pericolo di vita"

Arrestato Ciancimino per evasione fiscale

È stato arrestato, insieme ad altre 12 persone, questa mattina Massimo Ciancimino su ordine del gip di Bologna con l’accusa di evasione e frode fiscale per circa 30 milioni di euro, bancarotta fraudolenta, contrabbando, mendacio bancario, sostituzione di persona, falso in scritture private, falso commesso da incaricato di pubblico servizio, per reati commessi nella sua attività di trader di acciai tra il 2007 e il 2009. Secondo l’accusa Ciancimino sarebbe stato titolare di fatto di alcune società che avrebbero evaso l’Iva per decine di milioni di euro "Guardacaso, a distanza di quattro anni dai fatti, l’arresto viene ordinaro all’indomani dell’apertura del processo Stato-mafia", ha commentato il suo legale Francesca Russo.

Ciancimino è imputato e testimone chiave anche nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia (al via ieri nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo dove ora è detenuto), in cui è accusato di attentato mediante violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato, di concorso esterno in associazione mafiosa e calunnia. Con lui sono imputati l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino (che risponde solo di falsa testimonianza), l’ex comandante del Ros Antonio Subranni, i mafiosi Totò Riina, Leoluca Bagarella, Nino Cinà e Giovanni Brusca, l’ex generale del Ros Mario Mori, l’ex colonnello Giuseppe De Donno e l’ex senatore del Pdl Marcello Dell’Utri. Un altro politico, l’ex ministro Dc Calogero Mannino ha chiesto e ottenuto di essere processato col rito abbreviato, che si aprirà domani. Stralciata la posizione di Bernardo Provenzano, a causa delle sue condizioni di salute.

Il processo è stato rinviato a venerdì perché la Procura ha chiesto un termine prima di esprimere il proprio parere sulle domande di costituzione di parte civile, dato l’alto numero delle istanze. Oggi hanno fatto domanda la Regione Toscana, il Comune di Firenze, l’associazione Vittime dei Goergofili e altre associazioni antimafia toscane, Addiopizzo, i Giuristi democratici, Libera, Salvatore Borsellino. Tra le parti offese erano stati già ammessi dal gup, tra l’altro, la Presidenza del Consiglio, la Regione siciliana, il Comune di Palermo, l’ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, Rifondazione comunista e l'associazione delle Agende Rosse.

"Credo che Massimo Ciancimino sia in grave pericolo di morte, sono molto preoccupato. Non mi stupirei di un nuovo caso Sindona con un avvelenamento in carcere", ha detto Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato e leader del movimento delle Agende rosse. "Purtroppo nella storia del nostro Paese non c’è solo la trattativa Stato-mafia ma anche la congiura del silenzio. Per merito di Massimo Ciancimino qualcosa stava venendo fuori, ma adesso le cose si fanno più difficili.

Nelle carceri ci sono tanti suicidi dubbi che fanno pensare a suicidi assistiti. Non dobbiamo dimenticare il caso di Bernardo Provenzano. Appena si era ventilata la possibilità di un suo pentimento, ha subito un tentativo di dissuasione a suon di botte".

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