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Forza Italia si ritira dal governo: "Adesso siamo all'opposizione"

Braccio di ferro sulla manovra: Letta fa peggio di Monti. Brunetta lo smaschera: "Ci saranno 10 miliardi di tasse in più". Ma il premier non molla e mette la fiducia. Forza Italia non ci sta e passa all'opposizione: "Non ci sono più le condizioni per stare nella maggioranza"

Forza Italia si ritira dal governo: "Adesso siamo all'opposizione"

Il Senato è un campo di battaglia. Forza Italia ha alzato le barricate per fermare l'avanzata della legge di Stabilità che rischia di essere approvata in fretta e furia e di piovere addosso agli italiani con un pacchetto di nuove tasse mascherate. Di tutta risposta il governo ha posto la fiducia per blindare la manovra al Senato. Purtroppo la legge di Stabilità non potrà essere corretta nemmeno a Montecitorio. "Le cose verranno peggiorate - ha spiegato Renato Brunetta - perché i soviet di sinistra alla Camera sono maggioritari". Per non mettere la propria firma su "un testo irricevibile", Forza Italia ha deciso di passare all'opposizione: "Non ci sono più le condizioni per stare nella maggioranza". A tenere in piedi il premier Enrico Letta e la sgangherata maggioranze è subito intervenuto il Quirinale che si farà bastare il via libera all fiducia per "verificare la sussistenza di una maggioranza a sostegno dell’attuale governo".

"Non ci sono più le condizioni perché Forza Italia resti in maggioranza", ha annunciato il capogruppo azzurro al Senato, Paolo Romani, durante una conferenza stampa indetta dopo la riunione dei gruppi di Forza Italia con il leader Silvio Berlusconi. Della decisione sono stati messi al corrente sia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sia il premier Enrico Letta. Il casus belli è sicuramente l'ostinazione del governo di far approvare una manovra zeppa di nuopve tasse e priva di provvedimenti che contribuiscano alla crescita del sistema Italia. Per Romani, l’esecutivo "si è sottratto al confronto in più di una occasione e potrei citare data e orario di ogni singola nostra richiesta di incontro". L'ultima occasione è stata con il maxi emendamento alla legge di Stabilità che ha avuto i suoi ritardi e che, come ha spiegato il ministro per i Rapporti col parlamento Dario Franceschini, dovrebbe riprendere il lavoro della commissione e gli emendamenti, tanti, che non sono stati votati in commissione Bilancio. "Abbiamo chiesto più volte incontri con il governo ma la nostra impressione è stata di disinteresse totale alle nostre richieste - ha continuato Romani - ci siamo sentiti buttati fuori dalla maggioranza".

A differenza di Forza Italia, il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano andarà avanti a sostenere il governo e, soprattutto, farà di tutto perché venga approvata la legge di Stabilità, anche se il dl contiene di fatto un'altra imposta sulla casa. È l'ennesima pugnalata che il vicepremier dà all'elettorato di centrodestra. "Avevamo detto e ripetiamo che è sbagliato sabotare il governo e portare il paese al voto, per di più con questa legge elettorale, a seguito della decadenza di Berlusconi - ha spiegato Alfano - la legge di stabilità è una scusa che non regge di fronte alle difficoltà del Paese". Quello che il vicepremier non dice, però, è che questa legge di Stabilità, fatta di tasse e di risposte mancate ai problemi del Paese, mette di fatto il governo all’opposizione dei cittadini. Tutte le promesse che erano state fatte da Letta al momento dell'insediamento sono state disattese. "Il Paese ha bisogno di un buongoverno e non del buio di una crisi senza sbocco e senza prospettive - ha continuato Alfano - noi dunque continueremo a lavorare per l’Italia". In realtà, come ha fatto notare anche Berlusconi, Alfano & Co. continueranno a lavorare per la "stabilità delle poltrone".

La legge di Stabilità rischia di essere il cimitero del governo Letta. Secondo il Wall Street Journal, la stabilità offerta dall'esecutivo rischia di "essere quella di un cimitero". D'altra parte i tre grandi obiettivi fissati da Letta (pacificazione, grandi riforme costituzionali e politica economica per lo sviluppo) sono stati disattesi. "Andrà tutto bene...", va ripetendo in giro il presidente del Consiglio. Il Pd festeggia per aver sostituito l'Imu con la Iuc. Un gioco di parole che non cambia la sostanza dell'imposta. "Ci sarà solo la Iuc nel senso che tutte quelle che c’erano non ci saranno più - ha spiegato il piddì Francesco Boccia - ce ne sarà solo una". In realtà, la valanga di nuove tasse non solo ha spinto Forza Italia a staccarsi dalla maggioranza e a passare all'opposizione, ma rischia di creare un malcontento senza precedenti tra gli italiani. A preoccupare è soprattutto la nuova imposta sulla casa. Un vero e proprio imbroglio. "Il governo ha cambiato i nomi, la sostanza è rimasta la stessa", ha commentato Brunetta rivelando che ci saranno 10 miliardi di tasse in più per i possessori di case rispetto a quello che si è pagato dal 2012 al 2013. Quindi più di quanto si è pagato con Monti, più di quanto si pagherà quest’anno con l’aumento delle seconde case. Il totale del gettito sulla casa che verrà dal 2014 in poi crescente sarà di almeno 30 miliardi di euro. Per il capogruppo di Forza Italia alla Camera si tratta, infatti, di una "patrimoniale inaccettabile". Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera, suggerisce di ribattezzare la Iuc in Tal, cioè Tassa-Alfano-Letta.

"È falso che la prima casa sia esentata dal nuovo emendamento relativo alla tassazione degli immobili", ha spiegato Capezzone accusando il governo di aver reintrodotto "l’Imu sotto falso nome".

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