Milano A Milano un giusto processo è impossibile: è la conclusione cui sono giunti ieri Niccolò Ghedini e Piero Longo, difensori di Silvio Berlusconi, dopo l'ultimo scontro nell'aula del processo Ruby. Uno scontro che si è consumato in loro assenza, perché entrambi i difensori del Cavaliere erano impegnati in campagna elettorale. Non hanno chiesto il rinvio dell'udienza, inviando una sostituta, convinti che l'udienza finisse in niente: l'unica testimone prevista, Yazhili Zhara, la mamma di Ruby, aveva già fatto sapere di non essere in grado di venire a Milano. Ma il tribunale ha preso due decisioni che ai legali dell'ex premier non sono andate giù. Ha cancellato definitivamente la madre di Ruby dalla lista dei testimoni, e fin qua passi. Ma, a processo ormai quasi finito, ha deciso di sua iniziativa di convocare in aula una testimone che curiosamente la Procura aveva omesso di citare: Annamaria Fiorillo, il pm della Procura dei minori che era di turno la notte in cui Ruby fu fermata dalla polizia e - dopo l'intervento telefonico di Berlusconi - affidata al consigliere del Pdl Nicole Minetti.
La reazione di Ghedini e Longo alle notizie che arrivano dall'aula milanese è dura: «È ormai fin troppo chiaro che il tanto declamato giusto processo è impossibile a Milano», scrivono. Protestano per la decisione di non sentire più Yazhili Zhara, di cui il tribunale ha dato la colpa proprio ai difensori di Berlusconi che non avrebbero anticipato alla signora le spese di viaggio. «Ma ciò che è più grave è la decisione assunta dal tribunale, senza neppure sentire la difesa, di citare come teste il pm Fiorillo». Ghedini e Longo ricordano che in aula è stata sentita la capa della Fiorillo, Monica Frediani, che ha testimoniato sulla regolarità del rilascio di Ruby: «Si cercano pervicacemente argomenti contrari a questo assunto», dicono i legali, «e a ciò si aggiunga che tale testimonianza si pretende sia resa in piena campagna elettorale».
Non è chiaro se la dichiarazione dei due legali preluda a una rinuncia del mandato o - come sarebbe più logico - a una richiesta di spostare il processo in altra sede. Nel frattempo la testimonianza della Fiorillo, fissata per lunedì, rende definitivamente impossibile che la requisitoria contro Berlusconi venga pronunciata prima del voto.
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